Lo sciopero di domenica 19 marzo dei lavoratori e lavoratrici della cooperativa Formula Servizi in appalto al Palazzo Ducale di Mantova, è riuscito grazie al coraggio e alla determinazione del gruppo compatto organizzato con USB.
L’adesione è arrivata quasi all’80% dei dipendenti, e buona parte del percorso museale nei tre siti dove Formula Servizi opera (Museo di Palazzo Ducale, Castello, Museo Archeologico) è rimasta chiusa.
Contestiamo l’operato della Direzione del Museo, che domenica ha modificato l’organizzazione delle postazioni destinate ai dipendenti pubblici nei siti: per parare il colpo dell’assenza del personale di Formula ha modificato ad hoc la formazione interna in modo da coprire quella che sarebbe stata una chiusura più completa.
Siamo solidali ai lavoratori e alle lavoratrici che per questo hanno percepito disagio, dovuto ad una scelta della direzione con l’obiettivo di depotenziare l’efficacia dello sciopero.
Appare evidente che i lavoratori in appalto siano tutt’altro che “accessori”, ma parte integrante del corpo di dipendenti che permettono l’apertura al pubblico e le visite ai siti.
Con la forte carenza di organico del Ministero della Cultura (che ha il Palazzo Ducale in diretta gestione) più volte denunciata dalle nostre strutture sindacali, è il momento di avviare un importante movimento di internalizzazione delle centinaia di lavoratori che svolgono mansioni simili – se non uguali – ai dipendenti pubblici, ma lavorano in appalto per cooperative che non garantiscono stabilità, né salario e contratto adeguato.
Siamo determinati ad andare avanti, rivendicando il giusto contratto, aumenti salariali per garantire un’equa retribuzione e la possibilità di sostenere i costi della vita, l’adeguamento dell’orario contrattuale al tempo effettivamente speso per il lavoro.
Non accetteremo di rimandare tutto a dopo il cambio appalto, previsto a breve ma oggetto di continue proroghe: il Consorzio Nazionale Servizi (CNS), di cui fa parte Formula Servizi, è al momento l’unica candidata in gara; dunque, è necessario riaprire la trattativa e individuare già adesso condizioni migliorative per i dipendenti.
L’enorme CNS raggruppa numerose cooperative, vincendo sempre più gare d’appalto in tutta Italia, dai siti culturali alle pulizie, fino a soggetti che operano in grandi infrastrutture, come la CMC di Ravenna. A questo consorzio fa capo ad esempio Macchine Celibi, in espansione nel settore culturale, che da poco si è resa responsabile di aver cambiato in corso d’opera il contratto a tutti i dipendenti in appalto nei Musei Civici di Verona, applicando un contratto peggiorativo e motivandolo con una crisi economica: tuttavia il fatturato che rendono pubblico è in crescita netta e costante negli ultimi anni.
Quando abbiamo rivendicato che nel bando d’appalto fosse inserito un criterio per incentivare l’applicazione del CCNL Federculture ci siamo sentiti rispondere che sarebbe “lesivo della concorrenza”: Ci chiediamo di quale concorrenza stiamo parlando se le cooperative che partecipano ai bandi si riuniscono in cartelli per massimizzare il profitto, applicando ai dipendenti contratti come il Multiservizi, con paghe indecenti che andrebbero aumentate all’istante.
Vogliamo contrastare questo sistema di appalti al ribasso, che gioca con le condizioni di vita di tanti, troppi lavoratori e lavoratrici: la fruizione del nostro enorme patrimonio culturale è un servizio pubblico, e come tale dev’essere gestito da lavoratori pubblici, con salari dignitosi e contratti stabili.
Dopo questo sciopero vogliamo lanciare un appello a chi lavora negli appalti, o addirittura con discutibili partite Iva, nel mondo della cultura: organizziamoci, uniamoci, la lotta per migliorare le condizioni e riconquistare la dignità di questo lavoro non solo è possibile, è necessaria!
USB Slang
USB Cultura-Lavoro Privato