Il prossimo 15 febbraio il governo Conte si appresta a dare il via libera al cosiddetto federalismo aumentato o autonomia differenziata con tre regioni, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che da sole raggiungono il 40 % del PIL dell’intero paese. In pratica, con questo provvedimento queste tre regioni potranno trattenere sul suolo regionale la gran parte del ricavato fiscale, rompendo con il dettato costituzionale che impone una perequazione tra i territori e pari dignità e diritti per tutti i cittadini, indipendentemente dalla collocazione geografica. L’ordinamento giuridico e amministrativo del Paese ne uscirà profondamente sconvolto e sarà completamente messo in discussione ogni riferimento a forme di equità e di uguale dotazione dei servizi nelle diverse aree del paese.
Questo disegno non appartiene solamente al governo in carica, anche se la Lega è senz’altro la forza politica che più sta spingendo per l’attuazione di questa forma di federalismo per i ricchi. I patti con le tre regioni furono siglati dal precedente governo solo quattro giorni prima delle elezioni, e l’Emilia-Romagna è da sempre una regione a guida Pd. Il M5S, inoltre, ha già accettato di mettere nel contratto di governo l’autonomia differenziata, e si appresta a cedere gli interessi delle regioni più svantaggiate, cioè quelle del Mezzogiorno, sull’altare degli accordi con la Lega.
L’Unione Sindacale di Base ha deciso pertanto di lanciare una mobilitazione di protesta a Roma in piazza Montecitorio il prossimo 15 febbraio per fermare questo processo e riaprire la discussione. Tutti devono avere pari diritti e pari dignità, tutti abbiamo diritto allo stesso livello dei servizi pubblici, delle scuole, degli ospedali, dei trasporti. Abbiamo bisogno, soprattutto nelle regioni meridionali, di rilanciare l’occupazione, sviluppare la pubblica amministrazione e lanciare un piano straordinario di realizzazione di infrastrutture economiche e sociali indispensabili per il nostro futuro. Vogliamo una fiscalità progressiva e perequativa, vogliamo più giustizia sociale ed un piano vero di lotta alle disuguaglianze sociali.
Unione Sindacale di Base
(In allegato il testo integrale dell’appello)