Di fronte alla drammatica situazione abitativa di tante famiglie, agli sfratti, al livello altissimo del costo degli affitti e davanti all’avanzare della crisi che costringe alla cassa integrazione migliaia di lavoratori nella nostra città, ci sembrano assurde le dichiarazioni del Comune di Parma nella persona del sindaco Vignali e dell’assessore Zoni nella conferenza stampa del 17 novembre 2008: "a Parma non esiste un vero e proprio disagio abitativo […]".
Le ultime gravissime notizie dello sfratto, tentato ma non riuscito, di una famiglia con 4 bambini piccoli e il caso di una coppia di anziani, lei invalida, sfrattati dall’ACER che, spediti dai servizi sociali del Comune una all’ospedale e l’altro in dormitorio, non sono che la punta dell’iceberg di una situazione che sta diventando esplosiva. Tra l’altro l’assessore Zoni, chiamato a rispondere di questi due ultimi casi, ha detto che non era possibile intervenire perché ci sono situazioni ancora più gravi da risolvere. Ma non era la stessa persona che il 17 novembre aveva detto che non esiste il disagio abitativo?
Il Comune di Parma, colpevole di un gravissimo immobilismo sulla questione casa da 10 anni a questa parte, oggi si trova del tutto impreparato di fronte all’aggravarsi della situazione determinata dall’incalzare della crisi economica.
I provvedimenti con tanta enfasi annunciati sui mass media se analizzati nel concreto dimostrano la loro inconsistenza. Il progetto Casadesso dopo tanti anni dalla sua attivazione ha fornito solo 60 alloggi a canone convenzionato (anche in questo caso non sono case popolari). Infine il tanto sbandierato progetto di Edilizia Residenziale Sociale: con questo vengono promessi 2500 alloggi (alcuni da vendere, alcuni da affittare). Peccato che saranno pronti tra se tutto va bene entro 10 anni e anche in questo caso saranno affittati ad affitto e prezzo concertato (quindi anche queste non sono case popolari) e per di più saranno costruiti e gestiti da imprese edili private che pensano al loro tornaconto economico. Quindi questo progetto sembra innanzitutto un grosso regalo alle imprese che dopo aver speculato a man bassa nel periodo delle vacche grasse vengono adesso agevolate con un progetto pubblico/privato che fa risparmiare sui costi di costruzione e offre possibilità di profitto. L’ulteriore aumento di domande di case popolari ad affitto sociale che emerge dall’ultimo bando dimostra che c’è bisogno di alloggi slegati dai prezzi di mercato e invece il Comune non solo non ha incrementato il patrimonio di edilizia polare ma ha addirittura venduto a tempo di record circa 120 alloggi senza costruirne in cambio neanche uno.
Occorre rilanciare l’edilizia popolare a canone sociale e far pagare l’emergenza a chi in tutti questi anni ha speculato su un bisogno primario come la casa per accumulare patrimoni e ricchezza immensi. Altro che fiducia nel mercato!
DIRiTTi IN CASA. RETE Di lOTTA PER LA CASA. PARMA
Per contatti: tutti i martedì dalle 19 alle 21 infopoint su questioni abitative presso la casa cantoniera di via Mantova 24 Parma
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