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Editoriale

Per Soumaila Sacko e tutti gli invisibili, presto porteremo i nostri stivali a Roma

Gioia tauro,

Soumaila Sacko è stato commemorato martedì 2 giugno con una cerimonia semplice e intensa a San Calogero (Vibo Valentia), proprio nel punto in cui due anni fa fu ucciso dalle fucilate di Antonio Pontoriero.

Una delegazione del Coordinamento lavoratori agricoli USB ha deposto un mazzo di fiori sul luogo dell’omicidio, nell’ex fornace La Tranquilla, discarica clandestina per i rifiuti tossici.

Tra la commozione generale, sono intervenuti Peppe Marra (USB Reggio Calabria), Bakary Fofana, cugino di Soumaila, Madoufoune Fofana (“Deve esserci giustizia per Soumaila”), che quel 2 giugno 2018 ha visto morire il bracciante e delegato sindacale USB.

La cerimonia è stata chiusa da Aboubakar Soumahoro (Coordinamento lavoratori agricoli USB): “Un migrante, un bracciante, uno sfruttato. Un attivista sindacale, un fratello... un uomo. Se schiavitù vuol dire privazione della libera affermazione dell'essere umano, allora in Italia ci sono elementi di schiavitù. Per la promessa che abbiamo fatto alla madre di Soumaila Sacko quando abbiamo riportato il suo corpo in Mali (non fermatevi, non fermiamoci, perché la memoria di nostro figlio va tutelata, perché le sue battaglie non muoiano con lui, ci disse); per il giuramento che abbiamo fatto di non abbandonare la lotta iniziata da suo figlio; perché non accada ad altri quello che è successo a lui; per Soumaila e tutti gli altri invisibili, noi presto porteremo i nostri stivali a Roma, per far vedere al governo il fango della nostra miseria”.

Nella Piana di Gioia Tauro, e non solo, tutto intanto è rimasto come allora, con l’aggiunta dell’emergenza coronavirus che ha condannato i braccianti a un’esistenza se possibile ancora più dannata e marginale. E non sarà certo il cosiddetto Decreto Rilancio, con una regolarizzazione di facciata, limitata nel tempo e per una platea di pochi, a salvare la vita e la dignità di centinaia di migliaia di invisibili delle campagne e delle periferie italiane. Per questo l’Unione Sindacale di Base prepara una nuova grande mobilitazione, dopo lo sciopero nazionale dei braccianti del 21 maggio.

 

Unione Sindacale di Base