Ci troviamo in un momento difficile per il Comando di Firenze, l' attuale Dirigente persegue la politica dello sviluppo del Corpo Nazionale attraverso l'incremento della componente “volontaria”, lo fa, diciamolo pure, in maniera piuttosto spregiudicata.
L'amministrazione centrale aveva infatti definito un percorso per la realizzazione del progetto Italia in 20 minuti, progetto che non prevedeva l'apertura di sedi volontarie interne all'area metropolitana quali Calenzano e quella prospettata del Galluzzo, promiscua quest'ultima con il personale della misericordia.
Progettualità quindi disattesa nei fatti dall' Ing. Romano. In questo contesto più che di integrazione della componente permanente, pare di essere di fronte ad un tentativo di sostituzione, e ciò ci pare inaccettabile. C'è poi un secondo ordine di problema: il fatto che quando si scrive “volontariato” nei Vigili del Fuoco, si dovrebbe invece leggere “precariato”, i “volontari” da noi sono infatti retribuiti e questo è il motivo per cui le Leggi Finanziarie 2007 e 2008 hanno previsto che i PRECARI dei Vigili del Fuoco debbano essere soggetti ad un percorso di stabilizzazione.
Contemporaneamente, le stesse leggi hanno proibito che fossero instaurati, dalle amministrazioni pubbliche, nuovi rapporti di lavoro precario. Nei fatti la legge stabilisce che non si possono fare nuovi “precari/volontari” nei Vigili del Fuoco. La contraddizione da cui nasce l' esigenza di questa norma è forte, prendiamo l'esempio di Alessandria: a fronte di 199 vigili permanenti ci sono 900 iscritti nelle liste dei volontari/precari, questo significa che, anche ammettendo che la metà non siano “attivi”, per fare in 450 ad ognuno 20 giorni di servizio, occorrerebbe richiamarne 25 per volta, sono numeri sconcertanti.
Trasportando la realtà su Firenze si dovrebbe parlare di quasi 2000 precari. In parole povere ciò equivale ad avere sempre uno sconosciuto in partenza. La legge, giustamente, è intervenuta per proibire lo svilupparsi di simili aberrazioni, nei “pompieri” come nelle altre amministrazioni pubbliche. Nei programmi delle organizzazioni sindacali TUTTE c' è ovviamente la priorità di dare uno stop a questo genere di situazioni. Le confederazioni nazionali perseguano questo obbiettivo. Il primo documento, con il quale abbiamo cercato di opporci alla politica del Dirigente, è stato condiviso infatti anche da cgil e cisl, con le quali insieme ci eravamo proposti un percorso comune. Nei fatti poi siamo rimasti solo UIL ed RdB a portare avanti questa lotta contro il perpetrarsi della formazione di precari, una lotta di civiltà, una lotta per il rispetto della legge che prevede che, dal 2007 in poi, le pubbliche amministrazioni, possano assumere solo attraverso rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Questo documento vuole chiarire i termini dell' intervento di UIL ed RdB a livello locale, presso le opportune sedi istituzionali, per far cessare quella che unitamente riteniamo una violazione delle regole certe che devono essere fondamento di civile convivenza nella società in generale, in particolare all' interno di un comparto lavorativo peculiare come il nostro, così importante e di riferimento sicuro, per il cittadino in difficoltà.