La scure dell’Unione Europea cade ancora una volta sul Pubblico Impiego e così lo sblocco del turn over, elemento che l’Unione Sindacale di Base aveva giudicato positivamente, viene rinviato di un anno.
Considerata la situazione complessiva del governo del Paese riteniamo più che giustificato il timore che il rinvio diventi sine die e che la “normalità” nel Pubblico Impiego torni ad essere un miraggio. Le amministrazioni sono ormai al collasso a causa delle carenze di organico e non reggeranno alle cessazioni che si realizzeranno con i prossimi pensionamenti, determinando un aumento insopportabile dei carichi di lavoro per i dipendenti e un inevitabile peggioramento dei servizi per i cittadini.
Il rinvio dello sblocco del turn over, che riteniamo faccia comunque salve le stabilizzazioni, arriva dopo lo stanziamento assolutamente insufficiente per il rinnovo dei contratti in scadenza il 31 dicembre e conferma che il cosiddetto governo del cambiamento si è ormai chiaramente adeguato ai diktat europei, anche rispetto alle politiche sul settore pubblico.
È chiaro che il rilancio della P.A. non è compatibile con i vincoli della UE e nulla fa pensare che tra un anno questa situazione possa essere modificata. Le organizzazioni sindacali che oggi attaccano il governo su mandato politico di chi fino a ieri è stato fedele interprete delle politiche imposte dall’Unione Europea, non sono credibili. In questo momento storico la difesa del settore pubblico non può essere disgiunta da una critica forte all’Unione Europea e da un giudizio netto rispetto alla sua inemendabilità.
USB con l’assemblea nazionale del 15 dicembre ha già dato il proprio giudizio sull’azione di governo e questo ulteriore passo indietro non può che rafforzare la nostra posizione. Nello specifico USB Pubblico Impiego deciderà nei prossimi giorni le iniziative da assumere rispetto a politiche sulla P.A. che restano nel solco del progetto di smantellamento dei servizi pubblici indicato dall’Unione Europea.
USB Pubblico Impiego