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Roma

Roma. Lettera aperta al Papa

Roma,

In allegato la lettera

VISITA DEL PAPA AL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA: RdB SCRIVE AL PONTEFICE PER PERORARE LA TUTELA DEGLI ULTIMI E LAMENTARE IL GRAVE DEFICIT DI DEMOCRAZIA


Con una lettera recapitata questa mattina a mezzo della Prefettura della Casa Pontificia, la RdB-CUB del Comune di Roma si è rivolta direttamente al Pontefice per evidenziare gli aspetti più controversi della gestione Alemanno rispetto ai problemi della cittadinanza.

 
La nota ha rappresentato al Pontefice le criticità insite nelle recenti decisioni in materia di sicurezza, che stanno trasformando Roma da città aperta a città intollerante. Gli altri temi evidenziati si riferiscono a vere e proprie piaghe sociali come a precarietà lavorativa ed il problema della casa.

 
“Siamo indignati dal constatare che questa Amministrazione calpesta quotidianamente i diritti degli ultimi, non avendo alcun rispetto per il dialogo con RdB che questo pezzo di società rappresenta”, dichiara Roberto Betti, dirigente sindacale della RdB-CUB al Comune di Roma. “La mancanza di segni concreti di disponibilità al dialogo e al confronto non fa altro che inasprire gli animi in un momento di grave crisi economica per tutti i cittadini”.

 
Prosegue il sindacalista: “A preoccuparci maggiormente è il grave deficit di democrazia, non solo sindacale, che sta attraversando tutto il paese. Rivolgendoci al Pontefice per far sì che induca a una riflessione gli amministratori locali, abbiamo voluto affidarci al valore che le sue parole possono rappresentare per milioni di fedeli e di cittadini”, conclude Betti.

 

 


Al Reverendissimo Pontefice Benedetto XVI

 


Il prossimo 9 Marzo 2009, la Sua persona sarà ricevuta nelle aule del Consiglio Comunale di Roma.


Un pezzo di società che la nostra organizzazione sindacale rappresenta non sarà ad ascoltare le Sue parole. Non siamo ammessi, neanche con una delegazione minima, a portarLe il nostro saluto: le cose che diciamo sono scomode per chi scambia il governare con il comandare.


Per questo Le consegniamo questo breve messaggio nell’auspicio che le Sue parole possano sollecitare un diverso atteggiamento da parte dei nostri amministratori.


Il Consiglio Comunale che La riceverà è lo stesso che ha deciso di riarmare il Corpo della Polizia Municipale, e che sta sostenendo politiche della sicurezza che sarebbe più corretto definire politiche dell’intolleranza.


A seguito di una campagna generalizzata “contro il diverso”, amplificata dai media, si va affermando anche nella nostra città, un’intolleranza diffusa e generalizzata verso chiunque sia diverso, non omologato ad un pensiero dominante, e costretto a difendere la propria sopravvivenza ed esistenza utilizzando ogni mezzo utile ad assicurare la vita: si tratti di commercianti ambulanti (per lo più immigrati di necessità che fuggono dalla miseria dei propri paesi); si tratti di donne costrette alla prostituzione, perché soggette ai ricatti di chi le costringe a questa condizione; si tratti, ancora, di “disperati” ridotti in condizioni di povertà estrema.


La Roma Città Aperta, la Roma generosa e accogliente è definitivamente cancellata.


Ieri Veltroni nascondeva la società degli ultimi in favore di una città immagine patinata e piena di lustrini, oggi Alemanno la vorrebbe annientare a colpi di ordinanze, limitazioni, divieti e con l’ausilio di militari con il mitra in spalla, imponendo la visione di una città assediata e sottoposta ad un sostanziale coprifuoco notturno.


Analogamente la vicenda della precarietà lavorativa viene eliminata con colpi di mano concertati a livello nazionale. Seppure da un lato è stata in gran parte completata l’assunzione dei precari concordata con Veltroni, dall’altro più di 2000 Lavoratori e Lavoratrici del Comune di Roma perderanno la prospettiva di futuro sul finire del 2009.


Anche il problema della casa sembra affrontato con modalità più tese a sostenere la speculazione edilizia (pur se con il nome altisonante di housing sociale), piuttosto che a dare un tetto a chi non ce l’ha, o non se lo può permettere.


Ma c’è un deficit peggiore che si sta diffondendo nella città di Roma e più in generale nel nostro paese, nel nome delle politiche di bilancio e del risanamento economico: si stanno comprimendo diritti e libertà civili.


Ben conosciamo l’attenzione che il Suo magistero riconosce ai valori legati al rispetto dei diritti, come elemento fondante della espressione della libertà di ciascuno. Proprio per questo crediamo che la Sua autorità religiosa e morale possa contribuire a ripristinare un adeguato livello di democrazia nella nostra città.


Una democrazia calpestata impedendo la reale partecipazione sindacale: il solo mezzo attraverso cui garantire voce e rappresentanza agli esclusi, oppure per garantire la dovuta educazione ai bambini degli asili e delle scuole dell’infanzia, anziché richiamarsi alle leggi di mercato o, ancora, per pretendere diritti e tutele alle persone disabili, agli immigrati, ai senza casa.


Per tutto questo confidiamo che la Sua voce si levi alta e sproni il consiglio comunale a una profonda riflessione sul primario interesse di tutela e di salvaguardia della dignità delle persone.


A cominciare da quelle più deboli.

Ci auguriamo voglia accompagnarci nel nostro cammino di libertà e fratellanza.