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In Primo Piano

Sindacato di nuova generazione. Note a margine dell’assemblea nazionale della Federazione del Sociale a Bologna

Nazionale,

Un centinaio di giovani attivisti, tra cui molte donne, si è misurato con una discussione non facile e un piano di lavoro che guarda alle nuove caratteristiche del mondo del lavoro e agli aggiornamenti indispensabili dell’agire sindacale. Le relazioni che hanno accompagnato la discussione hanno riguardato un largo spettro di problemi: il Pnrr, la proposta del salario minimo e l’attacco al reddito di cittadinanza, la formazione e i nuovi criteri di Brunetta sul reclutamento del personale nella P.A., la questione abitativa, la condizione lavorativa dei migranti e il tema del ricatto del permesso di soggiorno, l’assenza di una prospettiva pensionistica per le nuove generazioni.

Ma le relazioni hanno innescato poi una discussione che ha finito per toccare le questioni chiave dell’azione sindacale tra i giovani lavoratori. In particolare sono stati toccati almeno quattro temi.

Innanzitutto la questione di come affrontare la grande frammentazione che soffre una larga fetta di forza lavoro precaria, sottoposta ad uno sfruttamento sempre più pesante fatto di decontrattualizzazione, lavoro grigio e anche vere e proprie forme di semi-schiavitù. Qui è stata introdotta la proposta di costruire esperienze di “contrattazione territoriale” a partire in particolare dal mondo della ristorazione e da quello dell’attività stagionale legata al turismo e alle vacanze balneari. Coinvolgere amministrazioni locali e associazioni di categoria per rompere la dinamica dei rapporti di lavoro parcellizzati e aprire una campagna fondata sul rispetto dei diritti e condizioni di impiego con più tutele.

Poi è stato affrontato il tema di come contrastare il sistema sempre più diffuso di reclutamento della forza lavoro utilizzato in particolare dalle multinazionali e che consiste nel costruire un bacino largo di manodopera disponibile, da cui attingere per le reali esigenze dell’attività. Il bacino largo consente alle aziende di mettere i lavoratori in concorrenza tra loro, costruendo autentiche graduatorie di affidabilità, fedeltà e servilismo, che gli permettono una gestione controllata del lavoro e una esternalizzazione dei rischi di impresa. È il sistema in uso tra i rider ma ormai generalizzato in molti altri settori e che fa uso delle forme più fantasiose di contrattualizzazione, tutte accomunate dall’estrema libertà che hanno le imprese di interrompere il rapporto di lavoro senza neanche ricorrere al licenziamento. Qui le proposte in campo hanno riguardato l’azione volta a “sporcare” l’immagine dell’azienda, la coalizione tra sfruttati di aziende diverse con azioni di reciproca solidarietà ma anche il ricorso frequente e puntuale all’azione legale come arma di contrasto allo strapotere delle aziende.

Poi è stato riproposto più volte, soprattutto dal mondo degli attivisti migranti, il problema delle tutele di quel lavoro ulteriormente ricattato perché precario anche dal punto di vista del diritto a vivere in Italia. È il tema del lavoro migrante, supersfruttato perché in forte difficoltà a far valere i propri diritti. In prima linea su questo fronte c’è ovviamente il lavoro nelle campagne ma la questione è più ampia ed arriva direttamente anche dentro le grandi città.

Infine è stato proposto un piano formativo sulla violenza che le donne subiscono in moltissimi posti di lavoro rivolto a delegati e delegate sindacali. L’obiettivo è quello di riuscire a fare del sindacalista un punto di riferimento per tutte quelle donne che subiscono violenza e che spesso non hanno nessuno cui rivolgersi sul posto di lavoro, e in alcuni casi nemmeno strumenti per riconoscere la violenza che subiscono come tale. 

Dalla giornata è emerso quindi un quadro complesso, ricco di nuovi problemi che la realtà ci rimanda e che obbligano il sindacato ad interrogarsi sulla necessità di nuove strategie di lotta e di organizzazione. Una molteplicità di esperimenti è in campo, fatta di azioni concrete, di inchieste, di conflitti. All’orizzonte, naturalmente, l’autunno.

Attivisti e giovani militanti sindacali sono già proiettati verso la costruzione dello sciopero generale. Le azioni e le vertenze proposte e scaturite dalla discussione, dagli stagionali agli inventaristi, dalla lotta per la casa al mondo delle campagne, e che sono in programma nelle prossime settimane, saranno un’occasione in più per allargare la mobilitazione generale che verrà.

Federazione del Sociale USB