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Lazio

TUTTI SALVI MENO RIETI

Roma,

Comunicato n. 36/11

Bisognava tutto sommato aspettarselo. Non sono bastati gli appelli e le diffide,  i circostanziati documenti e le denunce indignate. Qualcuno, a caso, dovevano “punire” giusto per dare un senso al fallimento ed un volto alla discriminazione. E così è stato.

In barba ad ogni fasulla assicurazione, sia da parte dell’amministrazione che di CISL e UIL, il mancato raggiungimento degli obiettivi di produttività del 2010 a Rieti (dovuto ad una sciagurata programmazione delle attività, a una peggiore organizzazione e alla totale assenza della prevista sussidiarietà) è stato pagato alla fine solo dai lavoratori, con decurtazioni che si aggirano intorno ai 1.000 €. Le cosiddette “pezze giustificative” prodotte dai singoli direttori di sede (ma le avranno poi fatte?), richieste più volte con cognizione di causa dalla nostra O.S., sono misteriosamente scomparse e di esse non c’è alcuna traccia.

Al termine dell’incontro che abbiamo sollecitato e ottenuto la scorsa settimana in Direzione Generale sul complessivo fallimento degli obiettivi 2010 nel Lazio (il programmato “tavolo politico”), l’amministrazione si è comunque rifiutata di consegnare alle OO.SS. ogni relativa documentazione utile se non altro a capire le motivazioni addotte da chi dovrebbe assumersi una qualche responsabilità. Una ipotesi per la verità avveniristica già registrata nel caso della sede pilota di Frosinone, il cui incentivo speciale è stato, sia pure in parte, ridotto per astrusi motivi legati alla qualità del servizio offerto ed evitando accuratamente in ogni caso il benché minimo riferimento alla responsabilità di chi “organizza e dirige”. Resta l’amara constatazione che, nel caso specifico di Rieti e di Poggio Mirteto, anche la direzione regionale non si è voluta spendere, lasciando i lavoratori soli al loro destino nonostante l’impegno profuso, la nota carenza organica e il caos provocato dalla riorganizzazione in atto. Motivazioni evidentemente risibili. Che tuttavia per le aree metropolitane di Napoli e Roma vengono tenute nel conto. Ingiustizie palesi ed evidenti irresponsabilità hanno, in definitiva, caratterizzato una fase che non possiamo certo considerare conclusa e che avrebbe, peraltro, potuto arrecare danni anche maggiori ad un numero più cospicuo di lavoratori. Va infatti rimarcato che è solo grazie alla immediata pubblicazione dei dati (per motivi di correttezza e trasparenza) e alle pressioni successivamente esercitate dalla USB che ci sono stati significativi recuperi, nella regione Lazio e non solo, rispetto alle tabelle iniziali, consegnate alle OO.SS. nell’ambito degli osservatori.

Al punto in cui siamo, non resta che fare doverosamente riferimento al testo conclusivo del documento prodotto dall’assemblea dei lavoratori svoltasi a Rieti oltre un mese fa (vedi allegato) per indire subito opportune iniziative concrete. Quella stessa assemblea per intenderci nella quale il gatto ha più volte asserito che “non c’erano problemi di sorta” sul pagamento dell’incentivo ordinario ed al solito che “tutto sarebbe stato comunque risolto” fornendo ampie assicurazioni. Quella stessa assemblea, rammentiamo, alla quale la volpe non ha partecipato.     

Nonostante queste incredibili prese in giro, per quale motivo ancora oggi molti lavoratori continuino a fidarsi come Pinocchio, resta francamente un mistero!