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Editoriale

Vincere si può!

Nazionale,

Una straordinaria giornata di lotta dei lavoratori della logistica, quella di lunedì 7 dicembre 2020. In un anno in cui riunirsi, discutere, decidere di lottare e quindi lottare sembrava impossibile, centinaia, forse migliaia di facchini e di driver hanno deciso di stare comunque in campo per difendere i propri diritti o per conquistarne altri.

Così i licenziati dalla GLS per aver partecipato a uno sciopero USB, hanno costretto una magistratura, sempre riottosa a dare torto alle multinazionali e alle cooperative che ne gestiscono il personale, a dar loro ragione e a pretenderne il reintegro che si è realizzato proprio la sera del 7 dicembre.

Un reintegro messo a rischio da uno dei giochetti classici del sistema degli appalti di cui si servono le multinazionali nel reclutare il personale, cioè far scomparire nel nulla la cooperativa da cui erano stati assunti per non dover essere chiamati a rispondere davanti alla magistratura in caso di contestazione di mancato pagamento, sottrazione di salario, non applicazione del contratto, licenziamenti.

Ma questa volta l'ufficio legale USB è riuscito a dimostrare la continuità societaria della cooperativa subentrante con quella uscente e così il giudice ha dovuto reintegrare tutti i ricorrenti nel proprio posto di lavoro che è la GLS, non la cooperativa che ha fatto da reclutatore. E poi i lavoratori della CEVA e della Galbani nel Lodigiano in sciopero pressoché totale con i sindacati complici schierati a fianco delle aziende.

Contemporaneamente in tutto il Lazio la mattina del 7 dicembre 2020 centinaia di driver e operatori della logistica hanno bloccato i cancelli dei magazzini della SDA, una delle maggiori società di movimentazione merci per imporre una giusta retribuzione, l'applicazione degli istituti contrattuali, il diritto a organizzarsi con il sindacato che ritengono più combattivo e preparato, la USB.

Molti dei manifestanti provengono dalle fila di quella CGIL Trasporti che stanno abbandonando in massa proprio in queste settimane, stanchi della complicità e del silenzio dei vertici del sindacato dei trasporti della confederazione di Landini sulle condizioni di lavoro e di salario imposte dalle cooperative e dalle multinazionali.

Al loro fianco, nei picchetti, USB e giovani proletari e studenti che stanno rinverdendo quella storica alleanza tra lavoratori e studenti che ha dimostrato nel tempo essere un'arma formidabile di crescita del conflitto e di penetrazione nella società di una rinnovata impellente necessità di cambiamento dello stato delle cose presenti.

Segnali di rivolta in corso, che muove i suoi passi più decisi in uno dei settori a più alto livello di sfruttamento dentro quella filiera del valore i cui risultati economici sempre più dipendono proprio dalla velocizzazione delle merci da realizzare a qualsiasi costo umano.

I magazzini della logistica durante la pandemia non si sono mai fermati e hanno registrato centinaia di lavoratori contagiati proprio per le condizioni disumane di lavoro a cui sono costretti. Il 7 dicembre 2020 i lavoratori hanno imposto i loro diritti e la loro forza organizzata contro il sistema degli appalti, lo sfruttamento e i sindacati complici. Il 7 dicembre 2020 è la nostra normalità.

Unione Sindacale di Base