Il 20 novembre USB Lombardia manifesterà davanti alla sede storica della Regione Lombardia, il grattacielo Pirelli.
L’obiettivo è richiamare il consiglio e la giunta regionali alle loro responsabilità rispetto alla gravissima situazione in cui versa, per la seconda volta in pochi mesi, la nostra regione.
La Lombardia, dichiarata zona rossa, è nuovamente in lockdown. Un lockdown che, ancora più del primo, mostra la prevalenza del profitto rispetto alla vita dignitosa dei cittadini: la produzione non si ferma, ma la vita culturale, le scuole e la normalità dei cittadini sì.
La sanità è di nuovo in ginocchio di fronte alla seconda ondata di COVID-19, priva delle risorse e del personale necessario; le scuole nuovamente in gran parte chiuse, con migliaia di studenti in Didattica a Distanza; i trasporti, lungi dall’essere stati potenziati come necessario, erano affollati come sempre ed anche per questo siamo nuovamente in lockdown, per diminuire la pressione sul trasporto locale. La diminuzione dei flussi passeggeri ha comportato, paradossalmente, anche la riduzione delle corse che significa rischio cassa integrazione per i lavoratori e aumento dei rischi per la salute dei cittadini.
Il 25 novembre la sanità, i trasporti pubblici locali, la scuola e i servizi educativi 0-6 sciopereranno. Questi tre settori strategici già in grande difficoltà in condizioni di normalità, lo sono in modo ancora più evidente in tempi di pandemia. La realtà è che invece di essere supportati e rafforzati, in vista della seconda ondata di contagi di COVID-19 ampiamente prevista per l’autunno, sono stati lasciati nelle condizioni di debolezza strutturale in cui erano a marzo, nella nostra regione e in tutta Italia, dovuta a 40 anni di tagli e privatizzazioni, che hanno fatto la ricchezza degli imprenditori privati e hanno distrutto il welfare.
Lo sciopero del 25 novembre è un atto dovuto: i lavoratori di questi tre settori rivendicano investimenti, assunzioni, sicurezza sul lavoro, per poter garantire i propri servizi, a partire da una sanità efficiente, proprio mentre il paese ha raggiunto i 45mila morti per COVID con un triste record proprio nella nostra regione.
Il presidio del 20 novembre è una tappa di avvicinamento a quello sciopero.
Durante il presidio, consegneremo ai gruppi consiliari dieci richieste precise, perché la regione operi scelte precise in favore dei cittadini e dei lavoratori, invertendo la rotta disastrosa imboccata a fine febbraio. Chiediamo:
1. Un lockdown vero delle attività produttive per un mese, che permetta ai contagi di rallentare e agli ospedali di alleggerire la pressione;
2. Durante il lockdown, una campagna di tamponi di massa, soprattutto per sanitari, personale della scuola e studenti;
3. Investimenti nella sanità territoriale: risorse e personale alle ATS per il tracciamento della pandemia;
4. Aumento del numero dei medici di famiglia, tramite assunzioni, cui fornire DPI adeguati e/o strutturazione di hotspot dove poter trattare solo i sospetti di casi COVID;
5. Assunzioni stabili del personale medico e infermieristico necessario per far funzionare i reparti di terapia intensiva; riattivazione dei tanti posti letto tagliati negli ultimi trent’anni; aumento del numero di posti stabili di terapia intensiva (negli ospedali e non nelle Fiere)
6. Investimenti nei trasporti pubblici locali, anche commissariando le aziende private, per un piano di mobilità adeguato alla pandemia, con eventuale impiego dei mezzi privati;
7. Assunzione di personale nel TPL;
8. Investimenti nell’edilizia scolastica tramite città metropolitana e province, messa a disposizione di spazi pubblici e privati inutilizzati per le scuole, tramite un tavolo che coinvolga sindaci, città metropolitana e province;
9. Richiesta al governo di un reale aumento del personale scolastico, che garantisca il dimezzamento degli alunni per classe e la sorveglianza negli spazi comuni;
10. Riapertura prioritaria delle scuole e non delle attività produttive.