E’ accaduto nel pomeriggio di domenica, intorno alle 16.00, in Afo 1. Ghisa liquida, quindi ad alte temperature, insieme alla loppa, è fuoriuscito dalla tubiera, occupando il piano di colata che, in condizioni normali, vede impegnate decine di lavoratori. Nella circostanza specifica, i dipendenti erano impegnati nelle sale di controllo, dato che il forno è in fase di ripartenza.
L’azienda si affretta a sminuire l’accaduto e a indorare la piccola. Noi, come sempre, chiamiamo le cose col proprio nome e non nascondiamo che, se l’impianto fosse stato in marcia a pieno regime, in queste ore parleremmo di una strage annunciata.
Sempre più urgente dunque che la situazione venga affrontata di petto: gli impianti vanno fermati, perché non sono in condizione di produrre in quanto necessitano di tempestivi, incisivi ed efficaci interventi di manutenzione. A rischio la vita di tutti coloro che operano all’interno della fabbrica, ed in particolare in determinati reparti. Intanto, con la riduzione della produzione, continua a registrarsi ovviamente perdita di fatturato con le naturali ripercussioni sul sistema: lavoratori in cassa integrazione e appalto in ginocchio per i ritardi nel pagamento delle fatture.
Non comprendiamo inoltre come mai si resti immobili di fronte a una stranezza come il mancato approvvigionamento di materie prime, nonostante la presenza nella rada di Mar Grande di navi cariche di minerale, fatto denunciato più volte dalla nostra organizzazione, che comporta tra l'altro, la necessità di dover pagare quotidianamente le controstallìe.
Sulla base di tutto questo e all’indomani della schiacciante vittoria del sindaco Rinaldo Melucci, che ha condiviso in diverse occasioni le posizioni dell’USB sul futuro dello stabilimento, pretendiamo con ancora maggiore energia che il Governo apra finalmente una discussione mettendo sul tavolo un pacchetto di risorse mirate a mettere in sicurezza i lavoratori (diretti, appalto ed ex Ilva in As) magari ragionando sulle proposte presentate dall’USB. In caso contrario, la posizione del nostro sindacato continuerà ad essere fortemente critica, e non si escludono manifestazioni di protesta da tenere il 22 giugno, giornata in cui è previsto l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
USB Taranto