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CCNL Funzioni Centrali: prosegue la trattativa tra le incursioni legislative di Brunetta e metodo sbagliato.

Roma,

Si è svolta ieri la riunione sul tavolo del rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali, con all’ordine del giorno una “manutenzione” del contratto in scadenza. Sostanzialmente una panoramica su tutti gli articoli per segnalare le necessarie modifiche.

USB nel proprio intervento ha sollevato il problema dell’incursione normativa realizzata dal Ministro Brunetta che con il DL80/21 è intervenuto su temi assolutamente di pertinenza della contrattazione, come l’ordinamento professionale e i passaggi di livello, sia orizzontali che verticali.

Quindi, oltre  ad entrare nel  merito delle modifiche introdotte dal decreto, abbiamo denunciato la gravità di un’incursione legislativa su temi contrattuali, per di più a tavolo aperto. Un fatto che ripropone il tema della reale funzione della contrattazione, ridotta sempre di più a mera presa d’atto di imposizioni legislative realizzate per decreto legislativo o, peggio ancora, per decreto legge.

Abbiamo inoltre esposto i nostri dubbi in merito al metodo che si sta adottando al tavolo che, non scendendo nel dettaglio dei singoli temi, rischia di portare ad una continua dilatazione dei tempi della contrattazione senza permetterci di entrare nello specifico delle singole questioni. In questo senso, ferma restando la necessità di abolire la cosiddetta tassa sulla malattia,abbiamo scelto di concentrare il nostro intervento sulle questioni riguardanti le varie tipologie di permessi  ed assenze soffermandoci su quegli articoli del CCNL il 33, il 35, il 37 e il 38 comma 3 che realizzano una vera e propria compressione del diritto alla salute e che necessitano di una profonda rivisitazione.

In particolare:

  • l’ art. 33 laddove prevede la programmazione mensile dei permessi della legge 104: tale forma di programmazione, a nostro avviso,  non fa i conti con la finalità particolare di un istituto che non  può essere oggetto di programmazione e soprattutto antepone le esigenze organizzative al diritto alla salute;
  • l'art. 35 in materia di assenze per l'espletamento di visite e terapie laddove prevede da un lato la non cumulabilità di questi permessi su base oraria con altre tipologia di permessi ad ore, ma soprattutto laddove stabilisce che, esaurite le 18 ore, la imputazione a malattia riguarderebbe le sole ipotesi di incapacità lavorativa dovuta alla particolarità della visita effettuata e alla concomitanza della malattia con le visite specialistiche. Sul punto la nostra proposta è chiara: riconoscere la cumulabilità dei permessi fruiti ad ore con altre tipologie di permessi, e soprattutto tali permessi specifici per visite e prestazioni specialistiche fruibili su base oraria e giornaliera e tenendo conto dei tempi di percorrenza, non devono essere soggetti ad alcun contingentamento;
  • l'art. 37 che non contempla il conteggio delle ore eventualmente lavorate fino al momento dell'insorgenza della malattia maturata nel corso della giornata. Questo comporta che  quelle ore vengono considerate come non effettuate, senza riconosce per esempio il riposo compensativo dovuto. In questo caso occorre intervenire stabilendo il recupero ed il conteggio delle ore lavorate;
  • l'art. 38 comma 3 in materia di terapie salvavita laddove prevede che le assenze dovute agli effetti delle terapie sono escluse dal periodo di comporto e dalla trattenuta per malattia ma  limitatamente a 4 mesi. Tale limitazione temporale risulta inaccettabile e profondamente lesiva del diritto alla salute.

Invieremo nei prossimi giorni all’ARAN un nostro documento esaustivo sulla cosiddetta manutenzione del contratto.

Anche a seguito delle nostre lamentele, il tavolo proseguirà con riunioni più frequenti e si inizieranno ad affrontare i temi più caldi di questo nuovo contratto, come sicuramente sono Smart working e ordinamento professionale.

È chiaro che la partita del contratto si svolge su almeno due terreni, quello classico del tavolo e quello delle iniziative unilaterali del Ministro Brunetta: per questo assume sempre maggiore importanza la manifestazione che USB PI ha organizzato per lunedì 21 giugno davanti al Ministero della Funzione Pubblica, per protestare contro il decreto legge 80 e chiedere quegli interventi normativi che chiudano la vergognosa pagina della marchiatura a fannulloni dei dipendenti pubblici, aperta dallo stesso Ministro Brunetta.

Per favorire la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici all’iniziativa sono state indette assemblee cittadine nelle singole amministrazioni del comparto.