“C’era una volta il 1° Maggio a Catanzaro…” Ovvero come essere prima invitati e poi respinti (dal PD e dai suoi sgherri sindacali della CGIL) senza aver mai chiesto nulla.
Potrebbe essere un titolo di una commedia teatrale se non fosse che anche in questo caso la realtà supera la fantasia e a proposito di teatro sembra che i lor signori abbiano in mente un musical, cioè cantarsela e suonarsela da soli, per fare spellare le mani dei loro più grandi fan: questo governo e i padroni. Infatti, si era pensato di aprire un dibattito sul LAVORO nella nostra città, approfittando della giornata del 1°Maggio, una discussione organizzata con tutti i movimenti, le associazioni sindacali ed i partiti. Sembrava che per una volta fossero tutti d’accordo fino a quando non apprendiamo dalla locandina dell’evento al parco Gaslini pubblicata ieri che l’USB è stata estromessa senza neanche un minimo preavviso o qualcosa che potesse lasciare intendere questa sciagurata decisione, come se non bastasse, un evento sul “lavoro” viene trasformato dai partiti che sostengono il governo più antipopolare della storia dell’Italia repubblicana in un evento della campagna elettorale… il classico minestrone in salsa catanzarese!
Non vogliamo entrare nel merito dei personaggi che come è loro solito vogliono monopolizzare i dibattiti e le attività territoriali con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti – è grazie a loro e a quell’ideologia dominate di matrice assolutista ed accentratrice che oggi abbiamo una città che si fatica a pensare tale – figurarsi capoluogo di regione! - spogliata e consegnata da tempo immemore ai noti personaggi i cui faldoni affollano le stanze del procuratore Gratteri.
Più che le solite canzonette da festa, quello che era opportuno per un dare un senso a questa giornata, ormai snaturata proprio da questi personaggi e dai loro riferimenti su scala nazionale era un dibattito tra la gente, in cui oltre ai soliti, altri soggetti avrebbero potuto esprimere diverse posizioni, diversi interessi, organizzazioni dei lavoratori alternative alla concertazione e organizzazioni conflittuali (conflittuali perché gli interessi dei lavoratori confliggono sempre con i padroni) potevano offrire altre narrazioni sul lavoro in questa città.
A partire dal lavoro che non c’è e quando c’è è mal pagato, si poteva aprire la discussione sui tirocinanti calabresi, sui call center, sull’azienda “Abramo printing” e “komunica”, sulle cliniche, sugli ospedali, sulle assunzioni, piano sulla sanità presentato dal “Magnifico Presidente regionale” , sulle aziende di vigilanza, sulle varie attività private che mortificano i lavoratori, in specifico quando osano organizzarsi con USB; o magari anche estendere la discussione a tematiche nazionali come quelle del carovita e dell’organizzazione per combatterlo; alla strage senza fine delle morti sul lavoro – basti pensare che negli ultimi cinque anni in Italia, oltre quattromila lavoratrici e lavoratori sono morti sui luoghi di lavoro, quasi quattro milioni hanno riportato ferite a causa di tagli, circa 300.000 hanno subito un danno permanente, oltre 300.000 si sono ammalati perché esposti ad agenti inquinanti ed a ritmi di lavoro usuranti; così come si poteva discutere della riforma del reclutamento e della formazione dei docenti, inserita dal ministro Bianchi all’interno del DL PNRR 2. Che prevede che il personale della scuola sarà costretto a subire una modifica sostanziale della propria attività lavorativa senza che ci sia stata la possibilità di un confronto democratico con la controparte; o sempre per restare nel mondo del lavoro di come
porre fine all'alternanza scuola lavoro emblema della scuola azienda, e la revisione totale dei modelli della formazione professionale, questa specie di serie B dell’ingresso nel mondo del lavoro riservata ai ragazzi che alle medie ricevono il bollino “scarso”, tutt’al più una sufficienza risicata, e per questo vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato...
Discussioni che la USB non voleva offrire come la soluzione di problemi nel mondo del lavoro, ma aprire un percorso, una strategia comune per aggredirle, invece hanno dimostrato il loro vivere le attività del mondo del lavoro erratico, dimostrando di essere privi di una chiara consapevolezza di quanto accade nei luoghi di lavoro.
Ma d’altronde ci rendiamo conto che se sei – come nel caso di PD e CGIL - parte del problema, avrai grosse difficoltà a parlare della ricerca della soluzione; a maggior ragione il giorno della festa dei lavoratori, quando ormai questi soggetti non sanno neanche dove stanno di casa i lavoratori, visto che sono soliti frequentare i salotti padronali e molti dei loro stessi quadri non hanno mai lavorato realmente un giorno in vita loro, salvo poi cadere dal pero quando subiscono un (vile) attacco alla propria sede nazionale senza che quel popolo che dicono di rappresentare, muova un dito per difenderlo e anzi li sbeffeggi, raccogliendo di contro soltanto le carezze di Draghi.
A tal proposito, ci rallegriamo del fatto che qualcuno – estraneo a questa accoppiata – abbia avuto la decenza di eliminare dalla lista delle associazioni partecipanti, soggetti neanche tanto velatamente fascisti, del resto come dice un vecchio adagio “chi si assomiglia, si piglia!”.
Quindi sarebbe stato legittimo che ognuno fosse stato coi suoi simili: chi vuole silenziare le voci conflittuali fianco a fianco con chi – a differenza loro – si dichiara epigono di quelle pratiche, così come insieme ai peggiori arraffoni che hanno affamato una città, mentre noi di USB continueremo a stare in mezzo alla gente, a chi vuole lottare senza svendere la propria identità.
i militanti usb