Questa mattina presso l’Aran si è conclusa, con la stipula definitiva del contratto comparto Ministeri, la storia infinita del primo contratto pubblico che, è bene ricordarlo, è scaduto da ben 21 mesi mentre per i contratti degli altri comparti (sanità, autonomie locali, università, ecc.) ancora non sono state neanche avviate le trattative.
La RdB/CUB Pubblico Impiego non ha firmato questa mattina il contratto  ma, depositando una nota a verbale, ha annunciato che avvierà una  consultazione dei lavoratori statali in tutti i luoghi di lavoro al  termine della quale verrà valutata dai propri organismi l’opportunità o  meno di siglare il contratto. 
Il coinvolgimento degli iscritti e dei lavoratori sul merito degli  accordi, in un clima di forti polemiche interne a vari sindacati sulla  firma di accordi, rappresenta oggi la riconquista di spazi democratici  da parte dei diretti destinatari di questi accordi. 
Un problema di democrazia che questo contratto non ha voluto e potuto  risolvere in quanto continua a permanere la norma liberticida che solo  chi firma il contratto può accedere alla contrattazione integrativa di  secondo livello nonostante sia in possesso della maggiore  rappresentatività. Ha diritto a tutelare i propri iscritti solo chi è  d’accordo con la controparte, qualsiasi forma di dissenso è bandita. 
La RdB/CUB P.I. impegna tutte le proprie strutture nel ripristino pieno della democrazia nei luoghi di lavoro, nella difesa delle condizioni di lavoro e per il potenziamento della funzione sociale della Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini.
 
               
					 
             
                     
                     
                     
                     
                 
                 
                     
                     
                     
						 
						 
						 
						