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Editoriale

Denuncia dall'ospedale San Giovanni: servono più personale e maggiore sicurezza

Roma,

Mentre l’assessore Regionale D’amato parla di come preparasi ad una terza ondata di Covid 19, continuano ad arrivarci denunce dagli ospedali di Roma che confermano l’assenza di gestione della seconda. Ci chiediamo se l’assessore, oltre a parlare con i Direttori Generali, ha pensato di inviare dei controlli agli ospedali di Roma e del Lazio per avere un’idea di quello che non viene fatto!

Dall’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata ci arriva l’ennesima segnalazione uno dei neo ospedali Covid di Roma: la riportiamo così, come ci è arrivata i commenti sono superflui.

“Con l’apertura dei reparti Covid ci era stato garantito un aumento del personale infermieristico e operatori socio sanitari, già carenti da anni nella normale gestione dell’ospedale. Non ci avevano detto, però, che gli infermieri assunti erano a tempo determinato e cosi, degli oltre 100 che ne servivano, hanno accettato in c.a. 26; parliamoci chiaro chi andrebbe a fare una guerra per poi essere gettato nella spazzatura alla sua fine? Come dargli torto? Infermieri assunti a fine ottobre a cui non è stata fatta nessuna formazione sulla sicurezza, nemmeno su come indossare e togliere i Dispositivi di protezione individuale. Infermieri che, assunti a fine ottobre, stanno iniziando ora a fare le visite mediche obbligatorie per qualunque tipo di assunzione. Di operatori socio sanitari in più, rispetto a quelli già presenti, nessuna traccia: esternalizzati in cooperativa, pagati pochi euro l’ora e messi dentro i reparti covid. Continuano così a girare in lungo e in largo i reparti per rispondere alle esigenze dell’ospedale, in barba a qualunque misura di contenimento del virus. Immaginate se uno di loro fosse positivo asintomatico cosa potrebbe accadere, o forse già sta accadendo. Tamponi non gliene è stato fatto nessuno, non sono dipendenti dell’ospedale ma della cooperativa, fino a ieri nemmeno a noi li facevano.

Le camere operatorie per gli interventi ordinari sono chiuse da giorni e chi aveva fissato un intervento, non urgente ma che potrebbe diventarlo, è costretto a passare dal pronto soccorso per essere operato come urgenza. Pronto Soccorso che già prima del Covid traboccava di accessi. Non abbiamo ancora capito, tra l’altro, se c’e’ divisione tra pazienti covid e non covid; a noi non sembra, ma questa sembra essere la normalità, viste le immagini dagli ospedali di tutta Italia!

Gli ambulatori non stanno messi meglio: nessun percorso sporco/pulito, file interminabili di persone sotto i tendoni che molto spesso entrano con le proprie mascherine e senza misurare la temperatura, perché stremati e arrabiati dalle ore di attesa. Alcuni ambulatori di patologie oncologiche, non potendo far attendere fuori i pazienti, hanno le sale di attesa stracolme.

Qui sono morti già due colleghi e molti sono positivi a casa con sintomi, mentre quelli senza sintomi ogni tanto ci sembra di vederli lavorare, ma effettivamente potremmo “sbagliarci”!

Abbiamo più volte chiesto alle RSU e all’ufficio infermieristico di segnalare e prendere posizioni forti rispetto alla situazione di confusione e pericolosa. Non abbiamo avuto nessuna risposta. Anzi ci sembra proprio che loro non vedano, dall’alto della loro posizione organizzativa, quello che sta accadendo!”


SANITÀ PUBBLICA. ASSUNZIONI STABILI


25 NOVEMBRE SCIOPERO DELLA SANITA’ PUBBLICA