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Editoriale

Fuori dalla guerra, fuori dalla Nato

Nazionale,

L'uccisione del generale Iraniano Souleimani avvenuta in Iraq per volere esclusivo di Trump e dei suoi sostenitori guerrafondai è un vero e proprio atto di guerra che sta gettando ulteriore benzina sui conflitti già innescati in tutta l'area mediorientale. La volontà dichiarata di Trump di infischiarsene delle convenzioni internazionali e di continuare nella sua folle corsa al confronto militare pensando di ripetere a Teheran quanto fatto a Bagdad sta riportando a livelli molto alti il rischio che si inneschi un conflitto dai confini difficilmente immaginabili. Il lancio di missili iraniani su due basi USA/Alleati in Iraq di questa notte per vendicare l'omicidio di Souleimani, scontato primo atto di risposta, non può che alzare questo rischio rendendolo molto concreto. Noi sappiamo che le guerre sono uno strumento storico della competizione interimperialistica e che, con diversi gradi di intensità e con metodi e sistemi a volte diversi, vengono combattute per appropriarsi di risorse strategiche, per aggredire Paesi i cui governi non si piegano all'ideologia del più forte e, nel caso degli USA, il Paese campione nelle guerre di aggressione e di rapina, in questo frangente di messa sotto impeachment di Trump, anche per garantire la sua continuità sul piano politico elettorale. Lo hanno fatto i democratici, lo rifanno ora, di nuovo, i repubblicani di Trump.

Le basi statunitensi e quelle NATO sono in poche ore tornate ad essere da una parte possibili basi di partenza di altre incursioni nell'area e dall'altra potenziali obbiettivi della risposta Iraniana e l'Italia è piena di basi USA e di basi NATO! USB nel condannare con forza l'assassinio del generale Souleimani, importante protagonista della lotta senza quartiere all'ISIS, condanna altresì il cerchiobottismo del governo italiano che mentre si dimostra colpito dall'avventurismo statunitense e lamenta la mancanza di consultazioni preventive rivendica però la permanenza dei nostri contingenti nei teatri di guerra, esponendo l'Italia ad essere interessata dal probabile scontro armato che si potrà intensificare nei prossimi giorni e mesi. La presenza di basi straniere, per di più stracolme di ordigni nucleari, sparse in ogni angolo del Paese al centro del Mediterraneo, fanno dell'Italia un evidente obbiettivo militare. Per questo la USB chiede l'immediato stop ad ogni ulteriore atto di aggressione da parte degli USA e dei suoi alleati nell'area, il ritiro di tutti i contingenti militari italiani e il loro rientro immediato in Italia e la chiusura immediata di tutte le basi USA e NATO.

La USB, come sempre, sarà parte attiva nelle iniziative di lotta alla guerra.