Ad 11 anni dai fatti di Genova e dopo la decisione della Cassazione è proprio il caso di dire: ingiustizia è fatta. La sentenza infatti rende definitiva la condanna per 5 dei dieci imputati a seguito dei disordini verificatisi nei giorni del G8 del 2001, condannandoli a 14 anni, 12 e sei mesi, 11 e sei mesi, 10 anni e ancora 6 anni e sei mesi, per altri cinque c'è stato il rinvio alla Corte di Genova perché valuti le attenuanti.
Una condanna chiaramente smisurata, sproporzionata e addirittura provocatoria se paragonata alla sostanziale impunità per i dirigenti dell'ordine pubblico e per i poliziotti responsabili dell'ignobile 'macelleria messicana' che fu compiuta alla scuola DIAZ contro 93 persone inermi, sorprese e massacrate nel sonno, alcune delle quali ridotte in fin di vita e con danni fisici permanenti.
Non hanno pagato per quel massacro i responsabili politici, Berlusconi capo del Governo, Fini ministro dell'Interno, non ha pagato chi massacrò direttamente, coperti da una complice omertà, di fatto non pagherà nessuno di quelli che il massacro lo organizzarono in ogni aspetto, perfino preparando bottiglie molotov introdotte nella scuola per fabbricare false prove che giustificassero l'irruzione.
Gli alti gradi in questi anni sono stati premiati con promozioni ed incarichi di governo e nonostante siano stati riconosciuti colpevoli in via definitiva dalla stessa Cassazione con imputazioni molto gravi, le pene loro inflitte appaiono risibili se confrontate con quelle inflitte ai 5 compagni.
Lo stato si è autoassolto, come è sempre successo nei decenni passati per le responsabilità dei suoi apparati nelle stragi, per i legami con la mafia e la criminalità organizzata, per i morti ammazzati nelle strade nelle piazze come Carlo Giuliani.
Persino i giornali cosidetti democratici si sono accorti dell'enorme divario tra i capi d'imputazione, saccheggio devastazione, ecc, e l'effettiva dimensione dei fatti addebitati, per non parlare del tempo trascorso da allora, 11 anni!
La sentenza fa pensare piuttosto ad una vendetta postuma contro un movimento di massa che aveva messo in difficoltà le dottrine dei grandi del mondo, ma soprattutto vuole essere un monito per chi, oggi e in futuro, pensi di opporsi ai piani del governo italiano, ai diktat, oggi come ieri, delle banche del FMI, della BCE, dei mercati, insomma dei detentori dei poteri forti.
Lo abbiamo visto in Grecia, lo stiamo vedendo in Spagna in questi giorni, lo abbiamo visto qui da noi, quando alla rivendicazioni dei lavoratori, degli studenti, dei senza casa, si è risposto con le manganellate.
Ai compagni condannati e incarcerati va tutta la nostra solidarietà, ma la nostra indignazione e la nostra rabbia saranno tanto più vere se sapremo continuare a lottare smascherando il vero volto del capitale: lacrime e sangue, reale e non metaforico, per la stragrande maggioranza dei popoli colpiti dalle guerre umanitarie e non, povertà insicurezza degrado sociale per i settori più deboli delle società occidentali, opulenza e ricchezze smisurate per i potenti dell'economia e della finanza.
Roma, 16.07.2012