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Editoriale

Scuola, GPS: il caos regna sovrano. USB: ministero incompetente

Nazionale,

L’aggiornamento delle GPS/graduatorie d'istituto è partito da soli tre giorni e già migliaia sono le segnalazioni di errori nella piattaforma, con la conseguenza che questo nuovo sistema delle graduatorie determinerà solo ricorsi e tanta confusione per le nomine annuali.

Titoli di abilitazione che non possono essere inseriti perché non previsti (concorso '99 e successivi), servizio sul sostegno che può essere caricato in tutte le classi di concorso per cui si fa domanda come specifico, possibilità di scegliere 20 scuole per ogni classe di concorso in cui si è inseriti con una differenza inaccettabile rispetto ai precari di prima fascia che non aggiornano, servizio specifico e aspecifico che continua a non essere chiaro in che modo si debba caricare e tanti altri errori che fanno temere non poco per questa nuova procedura.

Nel chiedere la proroga dei termini della presentazione della domanda, USB Scuola ribadisce che 80.000 docenti avrebbero potuto essere in cattedra l’1 settembre con un concorso per titoli e servizio, rispondendo alle richieste dei precari ma soprattutto alle esigenze di organico della scuola pubblica, tagliata da anni dai governi di centro-destra e centro-sinistra. Anche il Ministro Azzolina, come tutti i precedenti, si è dimostrato capace solo di creare confusione, con un sistema totalmente nuovo e raffazzonato, costruito in pochissime settimane e che invece avrebbe chiesto, dato anche il volume di domande che arriveranno, un tempo molto più lungo e maggiore attenzione.

Ancora una volta a fare le spese di tutto questo saranno i precari e la scuola pubblica statale, che invece di ricevere investimenti e certezze, continua ad essere oggetto di sperimentazioni sconclusionate, emblema di incompetenza e superficialità, senza riuscire a dare certezze a chi lavora nella scuola e a chi la frequenta.

Con lavoratori e studenti, insieme alle famiglie, troveremo certo il modo di farci sentire, perché nessuno può rimanere inerte di fronte a questo scempio.