La tragedia del Mottarone ha purtroppo il ruolo di metafora della condizione lavorativa e di gestione di molte infrastrutture in Italia: un paese in cui, proprio all'interno della pandemia, c'è stata una crescita preoccupante dei morti sul lavoro, mentre il padronato ha spesso relegato in ultimo piano la sicurezza sul lavoro, col fine di non mettere in discussione i propri profitti. Nel nome del profitto, questa volta a Stresa sono morte 14 persone. Vittime che si vanno a sommare ad oltre 200 morti sul lavoro solo dall'inizio dell'anno e che rimandano ad altre 43, causate del crollo del ponte Morandi a Genova.
La risposta del governo Draghi a queste tragedie non si è fatta attendere, non perdendo occasione per ricordarci qual è il vero volto di questo governo “a pilota automatico” e quali interessi voglia tutelare. Con la proposta del Decreto Semplificazioni, infatti, verranno liberalizzati ancora di più gli appalti, sdoganando di fatto il subappalto e provando ad inserire il massimo ribasso nelle gare, legittimando così ancora di più gli imprenditori ad abbattere il costo della sicurezza sul lavoro. A ciò si aggiunge, con il piano di riapertura, lo sblocco dei licenziamenti e degli sfratti, causando l'esplosione di problematiche sociali delle famiglie più in difficoltà da un punto di vista reddituale a causa e della pandemia.
Sono evidenti le responsabilità di un sistema di sviluppo economico che crea diseguaglianze sempre più profonde, impoverisce una larga parte dei cittadini e mette in pericolo la vita dei lavoratori e delle persone, il profitto privato e la sicurezza non possano coesistere.
In questi giorni stanno emergendo in modo molto chiaro le questioni che stanno alla base di queste vicende: ricerca a tutti costi dei profitti, mancati interventi sulla sicurezza, vergognoso tentativo di scarico sui lavoratori delle responsabilità di quanto successo.
Per questo crediamo importante l'indizione di un presidio di denuncia e sensibilizzazione a Stresa, nel luogo di partenza della funivia, invitando alla partecipazione la cittadinanza e il mondo del lavoro per ribadire il rifiuto radicale di un modello produttivo devastatore, criminale e assassino.
È ora di pretendere che la vita delle persone valga più degli incassi di pochi imprenditori!
Appuntamento per domenica 6 giugno alle 10.30 presso Piazzale Lido a Stresa.