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Dossier Approfondimenti Paese Italia

Il Libro Verde

Roma,

Il 6 settembre 2007, il Ministro Tommaso Padoa Schioppa ha presentato alla stampa, presso la Sala CIPE, il "Libro Verde sulla spesa pubblica italiana".

In un primo momento, pensando al titolo del Libro, abbiamo creduto che il Ministro TPS si fosse convertito, abbandonando la competizione dell'economia globale e di mercato, delle leggi della BCE e del FMI, per abbracciare la praticabilità di una economia ecocompatibile, ecosostenibile ed ecosolidale.

Insomma, fautore di uno stato solidaristico e investitore per una economia ecocompatibie e sostenibile anche ecologicamente, pronto a dare il proprio contributo per costruire una società più equa e realmente democratica.

Invece, il documento è il frutto della Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica, organo istituito con la Legge Finanziaria 2007 (comma 474), composto da dieci membri e dal costo di un milione e 200mila euro all’anno (comma 477) unitamente al Servizio Studi del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.

Secondo il "Libro", lo Stato, per pagare i dipendenti pubblici, spende i tre quarti del totale impegnato per i consumi finali e che, nell'ultimo quinquennio, le retribuzioni dei lavoratori pubblici sono aumentate del 30%, il 10% in più rispetto a quelle dell'industria e circa il il doppio dell'inflazione.

Negli ultimi anni, poi, ci sono stati più di 2 milioni di avanzamenti di carriera con il relativo aumento di stipendio (pag. 4 punto 2.4 primo capoverso).

Un vero e proprio salasso.

Risulta, infine, che questo andamento salariale in aumento del lavoro pubblico è totalmente indipendente dalla produttività tale da considerare ormai obbligatoria la strada di nuovi contratti basati su una maggiore produttività e mobilità.

Anzi, "è probabile che l’intero sistema di contrattazione debba essere ripensato".

Nel comparto Ministeri, Tommaso Padoa Schioppa osserva come ci sia "poca mobilità" e che "l'80% del personale non ha cambiato neanche una volta ufficio all'interno dello stesso Ministero negli ultimi 5 anni" (pag. 4 punto 2.4 secondo capoverso).     

Per riqualificare la spesa e aumentare la produttività nel pubblico impiego, il Ministro TPS sostiene che sia necessario applicare l’accordo con CGIL, CISL e UIL siglato il 18 gennaio 2007 (memorandum sul Pubblico Impiego) nel quale si introduce una serie di criteri migliorativi. Come la misurazione della qualità e quantità dei servizi offerti, il tentativo di abbandonare la pratica della distribuzione indiscriminata degli incentivi, la riduzione del numero dei dirigenti rispetto al personale in servizio e perfino la decurtazione della paga nel caso di valutazione negativa del lavoro dell'impiegato.

Il Ministro TPS, si augura che tutte queste novità siano inserite anche nei contratti di tutti i settori del pubblico impiego in discussione nei prossimi mesi.

Poi, evidentemente, passerà ad applicare l'accordo sulle pensioni siglato sempre con CGIL, CISL e UIL lo scorso 20 luglio che, attraverso il sistema degli scalini, riesce persino a peggiorare la legge Maroni, portando l’età pensionabile a 62 anni, con 35 di contributi o a 61 con 36, a partire dal 2013. Inoltre, introduce un meccanismo automatico di taglio dei rendimenti pensionistici attraverso la revisione ogni tre anni dei coefficienti (del 6-8% nel 2010).

Infine, potrà constatre gli "effetti positivi" dall'applicazione del Protocollo sul mercato del lavoro e sulla competitività, siglato sempre con CGIL, CISL e UIL il 23 luglio, che conferma tutte le norme precarizzanti previste dal pacchetto Treu e dalla legge Biagi (dal lavoro interinale a tempo indeterminato, ai contratti a termine che potranno durare oltre i 36 mesi, senza causali ne tetti contrattuali, con procedure conciliative fatte presso gli uffici del lavoro con l’assistenza sindacale); abolisce la contribuzione aggiuntiva sugli straordinari, questi costando alle aziende di meno saranno utilizzati per allungare la settimana lavorativa, e così peggiorare le prospettive occupazionali dei precari e dei disoccupati; prevede la detassazione e la decontribuzione dei contratti di secondo livello per la parte che forma il premio di risultato, aziendale e territoriale (il salario variabile), dando un colpo mortale al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

 

Risulta evidente che il "Libro Verde", del Ministro Tommaso Padoa Schioppa e dei suoi "esperti dall'alto profilo tecnico-scientifico e di riconosciuta competenza in materia di finanza pubblica", prepara il terreno per un colpo di grazia allo stato sociale che si intende infliggere con la prossima Finanziaria.

Ma come si può affermare che le retribuzioni dei pubblici dipendenti sono salite del 30% ?

L'ultimo rapporto Eurispes 2006 (che fa riferimento allo stesso periodo preso in esame) riporta che la crescita complessiva dell’inflazione fra 2001 e il 2005 è stata del 23,7%, con una perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni dei pubblici dipendenti pari a circa il 20% e che le famiglie sono sempre più indebitate per far fronte a bisogni essenziali.

Persino gli ultimi dati dell'Istat dimostrano come gli aumenti delle retribuzioni del lavoro dipendente sono al minimo storico.

Il quadro dell'Istat sull'andamento delle retribuzioni contrattuali, sui contratti e sui conflitti di lavoro è quella di un paese "normalizzato" nel quale la diffusione sempre più estesa dei contratti atipici, e più in generale dei lavoratori non stabilizzati, frena le rivendicazioni salariali.
Non è un caso che, nonostante l'enorme numero di contratti ancora non rinnovati, nei primi cinque mesi dell'anno in corso si siano "perse" per conflitti di lavoro solo 824 mila ore (un paio di minuti per ogni lavoratore dipendente), il 63,4 per cento meno dello stesso periodo dell'anno scorso.
Insomma, sembra esserci un forte connubio tra diminuzione delle ore di sciopero, bassi incrementi salariali e la pace sociale instaurata da CGIL, CISL e UIL, mentre la crescita del Prodotto Interno Lordo, anche se non elevata (1,8 per cento l'incremento tendenziale nel secondo trimestre al netto dell'inflazione) finisce unicamente nelle tasche dei redditi non da lavoro.

Al contrario, i lavoratori vedono diminuire i loro salari. Insomma, si guadagna poco e si lavora di più.

Infine, i dati utilizzati nel "Libro Verde" per il calcolo dell’aumento delle retribuzioni sono alterati dal reiterarsi dei ritardi nei rinnovi contrattuali, un meccanismo che registra l'aumento del rinnovo su una unica tranche e non sull’intero arco della durata contrattuale.

Si profila, dunque, ancora una volta una Finanziaria pesantissima per le fasce più deboli e meno garantite.

 

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