Attenzione… non è una barzelletta. È ciò che ha pensato il Presidente della regione Liguria Toti predisponendo il piano di finanziamento per la costruzione del nuovo ospedale del Felettino a La Spezia da inserire nel bando pubblico di P.P.P. (Parternariato Pubblico-Privato).
Storia lunga quella del nuovo ospedale di La Spezia, ASL 5, pure sintetizzandola al massimo, ma quattro passaggi sono obbligati.
Il primo, quando agli inizi degli anni Duemila al governo della Regione c’è il centrodestra con Biasiotti presidente che, clamorosamente, sbaglia la costituzione della commissione per la gara d’appalto con un errore che, a detta degli esperti, neppure un laureando in diritto amministrativo avrebbe fatto, nominando un componente incompatibile. Si annulla tutta la procedura e si riparte da capo, con il cambio della guardia in Regione, dove arriva Burlando che in 10 (!?) anni recupera i finanziamenti, pubblica un bando con una sorta di compartecipazione col privato che, in cambio della permuta del decrepito Sant’ Andrea, ci mette 25 milioni di euro e si aggiudica 5 anni di appalti di servizi non sanitari. Bando che va in porto allo scadere del secondo mandato con l’unica offerta della società Pessina in joint venture con alcune cooperative di servizi al costo di 175 milioni di euro.
Il secondo, quando torna il centrodestra in Regione con Toti presidente, che dopo avere inaugurato in pompa magna l’avvio dei lavori garantendo entusiasta che con la Pessina l’ospedale sarebbe stato attivo nel 2020, dopo un paio d’anni revoca unilateralmente il contratto con la Pessina, innescando un contezioso legale con la società da 50 25 milioni di euro ancora in essere e riazzerando, nuovamente, tutto l’iter.
Il terzo, quando il progetto balza da 175 25 milioni di euro a 266 di costo preventivato per 510 posti letto, inserendo la procedura del P.P.P. con la compartecipazione di 86 25 milioni di euro del privato che riceve in cambio un rateo di 10,5 milioni/anno per il “prestito” e 4,5 milioni/anno di appalti per servizi non sanitari per 25,5 anni, pari, rispettivamente a 268 milioni di rimborso ed interessi, più 115 milioni di appalti.
Il quarto, quando il D.I.P.E (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) consegna al C.I.G.A. (Comitato Istituzionale di Gestione e attuazione dell’Accordo) il documento di consulenza in cui, in 58 pagine, “massacra” il P.E.F. (Piano Economico Finanziario) e la bozza del bando di gara, costringendo la Regione a rivedere il tutto. Cosa che sposta in alto l’intervento del privato, che aggiunge 11 milioni e passa ad un “prestito” di 97 milioni con ratei di rimborso di 12 milioni/anno allungando i tempi a 30 anni, per un totale di 360 milioni + 4,5 milioni/anno per appalti di servizi non sanitari sempre per 30 anni, per un totale di 135 milioni.
Facile capire chi farà l’“affare”, visto che si è passati da un costo pubblico di 150 milioni (+ i 25 di permuta del Sant’Andrea) ai 266 milioni dell’ultimo progetto che, però, alla fine, ne costerà la bellezza di 539, più del doppio. E quasi il quadruplo del primo progetto, senza contare l’eventualità di perdere la causa con la società Pessina e dover rimborsare un danno di decine di milioni.
Il tutto togliendo dal bilancio dell’ASL 12 milioni l’anno, che rischia pure di essere una cifra insolvibile, se non con ulteriori drastici tagli ai servizi già di per se falcidiati da anni ed anni di sottostima nei posti letto e nel personale.
Contando poi che l’ASL 5 Spezzino viaggia con una gravissima carenza di personale rispetto al bacino di utenza e già insufficiente per i 420 posti letto attuali fra Sant’Andrea di La Spezia e San Bartolomeo di Sarzana, sembra di poter affermare che per attivare il nuovo ospedale del Felettino, se mai ci sarà, non si potrà fare altro che spostare i servizi e il personale del San Bartolomeo di Sarzana, svuotandolo, nel nuovo Felettino, peraltro senza neppure riempirlo tutto e lasciare il recente nosocomio di Sarzana in balia… del mercato. A meno che in balia del mercato non rimanga addirittura la gestione di gran parte del nuovo Felettino.
Il tutto mentre esistevano almeno altre tre opzioni:
1 – Finanziare l’opera per la cifra mancante coi fondi del PNRR, senza accollarsi interessi.
2 – Finanziare la cifra mancante accollandosi direttamente un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti al tasso attuale dell’1%, anziché l’8% circa stimato come rimborso al privato.
3 – Ridimensionare il progetto portandolo a 300/350 posti letto, finanziati coi soli fondi pubblici già disponibili, al momento in cui il recente ospedale di Sarzana ne conta 200/250, ed investire i 12 milioni/anno previsti per il privato in potenziamento degli organici e dei servizi della ASL 5
Basta con lo spreco di risorse pubbliche, basta con le speculazioni edilizie
Investire immediatamente risorse nel potenziamento della sanità pubblica e nel personale sanitario
USB Sanità Liguria