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Riforma CNVVF

Lettera al Ministro Giuliano AMATO e Vice Ministro Marco MINNITI

Roma,

all'insensibilità di questo governo servono azioni forti !! 6 e 7 giugno riunione di tutti delegati - proposte di lotta

Ci permettiamo di inviarVi la presente in considerazione che dal momento del Vostro insediamento non avete ritenuto opportuno incontrarci, pur sapendo che rappresentiamo i lavoratori di un dipartimento all’interno del vostro dicastero. Non ne comprendiamo i motivi, ma ce ne facciamo una ragione.

La presente non vuole essere il solito elenco di problemi per cui richiedere una risposta, siamo certi che i problemi del corpo nazionale VV.F. siano noti.

Ci lascia perplessi, se non amareggiati, l’insensibilità che dimostrate riguardo al crescente malcontento che pervade i lavoratori di questo Ministero, dal personale amministrativo a quello operativo, dai dirigenti alle alte professionalità; tutti d’accordo nel denunciare uno stato di cose non più tollerabile.

Comandi provinciali ridotti al banco dei pegni, senza soldi (tagli del 30%) per la gestione ordinaria del soccorso, ribadiamo soccorso; relazioni sindacali da “ventennio”, nomina di dirigenti secondo appartenenza sindacale, poco peggio di quanto fatto dal precedente governo di destra; automezzi usurati non reintegrabili nel prossimo futuro e impossibilità di una reale manutenzione.

Personale soggetto ad una riforma “pubblicistica” per cui i lavoratori contano sempre meno, e per giunta provvedimenti che vengono intrapresi sempre senza valutazioni, frettolosi, demagogici e tecnicamente errati, oltre che controproducenti per l’attività di un ente che sul territorio fa o dovrebbe fare prevenzione, previsione e pianificazione dei rischi.

Ci troviamo a subire norme che non fanno altro che creare confusione normativa ed applicativa che il corpo nazionale non ha mai conosciuto, né se ne riscontrano eguali in altri paesi europei.

Si aggiunga un atteggiamento di arroganza che mortifica il lavoro e la dignità degli operatori del soccorso relegati a manovalanza delle forze dell’ordine, per quanto riguarda attività non proprie del corpo nazionale, nonché degli Enti Locali e della Protezione Civile. Quei soccorritori, egregi Ministro e Vice Ministro, che pare non Vi suscitino alcun interesse.

I lavoratori ogni giorno sono soggetti a straordinari, attività fuori dall’orario di lavoro ordinario e di turnazione, per portare avanti la macchina dei soccorsi, e quando questa non funziona qualcuno ci lascia la propria vita, se non subisce infortuni che ne limitano l’attività lavorativa, ma anche quella legata alla sfera privata.

Avete dichiarato una netta indisponibilità ad intervenire con cambiamenti di natura legislativa sulla riforma del corpo. La vostra soluzione alla stregua del governo precedente è: richiamare personale precario, senza fornirlo di dispositivi di protezione individuale, che non verrà mai stabilizzato, anzi dopo essere stato sfruttato proprio dallo Stato, viene dichiarato troppo vecchio per essere assunto; sostituire il personale professionista con volontari che dopo 10 giorni diventano “pompieri”; comporre squadre sotto numero senza alcuna sicurezza; non far svolgere la formazione per mancanza di fondi; inviare il personale per il Paese senza che abbia l’indennità della missione… ci fermiamo per evitare di disturbarVi o tediarVi durante il Vostro mandato.

Concludiamo con una domanda che crediamo tanti lavoratori vorrebbero porvi: non credete che sia arrivato il momento di mostrare discontinuità con il passato governo, e per questo dimostrare più sensibilità politica nei confronti del corpo nazionale che si trova nel vostro dicastero? Noi crediamo dovrebbe essere il minimo dell’attenzione da rivolgere ai lavoratori, quelli che ogni giorno appaiono in televisione o ne sentite parlare nei vari convegni o interventi pubblici, in cui tutti si riempiono la bocca di alta professionalità e prontezza delle squadre nel momento del bisogno, ma solo a parole.

Non vogliamo disturbarvi oltremodo e non reclamiamo eventuali incontri, chiediamo solo un minimo di sensibilità, un taglio con le vecchie politiche, una rottura con il solito atteggiamento proprio di chi i problemi li vuole nascondere sotto il tappeto di casa.