Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio sostiene che tanti chef, camerieri, maitre sono passati nella logistica lasciando contratti a tempo indeterminato più remunerativi nel settore ristorativo per ragioni di stabilità e di sabato e domenica liberi. Ora, viene da chiedersi quanto fossero effettivamente i contratti indeterminati se è stata cercata più stabilità lavorativa, inoltre visti i minimi tabellari dei contratti collettivi applicati nella logistica che spesso sono pure più bassi dei minimi pagati nei contratti Fipe Confcommercio ci chiediamo se effettivamente questi lavoratori fossero pagati secondo contratto collettivo e non con un tanto al chilo regolare e tanto al mezzo fuori busta. Altro elemento, il contratto collettivo Fipe Confcommercio prevede 40 ore settimanali, con distribuzione su 5 giornate e mezza, quindi dovrebbero risultare almeno 1 giorno di riposo e mezzo alla settimana con circa 6.30 ore di lavoro al giorno, il resto straordinario, siamo sicuri fossero veramente queste le condizioni lavorative applicate a questi “fuggitivi”?
Cosa dire riguardo a “si comincia da cameriere e si diventa imprenditore”? Riportando il discorso dalla battuta comica di Cursano al piano della realtà, viene da chiederci come possa un lavoratore da 1400 euro netti al mese permettersi di avviare un'impresa quando con il tasso inflattivo attuale e il caro-affitti il suo intero stipendio finisce speso e non riesce né ad accantonare risparmi né a cumulare fondi per la pensione integrativa su cui ormai si regge il sistema previdenziale italiano e che lo vedrà morire di fame in futuro, tutto in nome del “mestiere più cool, più creativo”.
In breve caro Cursano e Fipe-Confcommercio abbiamo qualche domanda per voi e per il vostro “mestiere più cool, più creativo”:
· Perché non avete ancora rinnovato il Ccnl Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva e Commerciale e del Turismo, firmato nel 2018 e scaduto il 31 dicembre 2021? L'inflazione media nel 2018 era del 1.2 %, nel 2022 era all'8.1 %, in salita sul 2023 al 10%, non sarà ora di rinnovare la parte economica del contratto?
· Se non riuscite a trovare un'intesa sul nazionale perché non siglate accordi aziendali integrativi nella parte economica per interesse dei vostri lavoratori?
· Perché non chiedete alle istituzioni delle città turistiche, il cui pil è trainato dall'indotto turistico, di sedersi ad un tavolo per promuovere e trovare una quadra trilaterale con tutte le parti sociali per siglare un contratto territoriale volta a garantire migliori condizioni di lavoro nel settore?
· Perché a fronte di una carenza di personale nelle attività e quindi un incremento di lavoro per i lavoratori occupati non segue un aumento retributivo per questi ultimi? Aumentate il fatturato aumentando i prezzi per rispondere all'inflazione, abbassate il costo del lavoro perché utilizzate meno personale e pagate uguale il poco personale che vi rimane, facile fare impresa in Italia.
· Come può un lavoratore rimanere a lavorare nel settore stabilmente se per motivi strutturali il mercato del lavoro turistico vede il 36% di contratti determinati e il 56 % dei contratti totali sono part time? (Osservatorio sul mercato del lavoro del turismo, 2021). Come sopravvive quando non c'è lavoro? Con l'indennità di disoccupazione stagionale che dal 2015 è dimezzata?
· Perché continuate ad abbassare il costo del lavoro andando a cercare apprendisti nelle scuole per avere lavoratori non pagati durante il periodo formativo e poi pagarli, quando va bene, dal 50% al 70%, a seconda dell'anno, rispetto al livello di inserimento contrattuale per il tempo extra-formativo? Se l'8% della forza lavoro totale nel settore è apprendista vuol dire che forse si è esagerato pure con contratti di apprendistato professionalizzante? Pagati dall'80% al 95% in meno rispetto al livello?
· Perché continuate a fornire cifre salariali che non corrispondono alla realtà? Se offrite 1400 euro per un V livello e dite che è una cifra corrisposta per 15 mensilità dite una falsità
· Infine vogliamo ricordare che questo settore è uno dei più a rischio di povertà lavorativa in questo Paese, con un tasso d'irregolarità tra i più elevati, in cui urge una riforma radicale degli ammortizzatori, l'introduzione del salario minimo, ed una vera e propria emersione dei diritti da troppo tempo calpestati nell'interesse esclusivo delle imprese che rappresentate.
Slang – USB