Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Cultura // Appalti

Palazzo Ducale di Mantova, domenica 19 marzo scioperano lavoratori e lavoratrici in appalto

Mantova,

Dopo ormai più di due mesi di dialogo infruttuoso con la cooperativa Formula Servizi e la direzione del Palazzo Ducale, abbiamo deciso di indire uno sciopero dei lavoratori in appalto per la giornata di domenica 19 marzo. La cooperativa è in scadenza di appalto, ma ha avuto una proroga per tutto il mese di marzo a causa del rinvio della procedura di aggiudicazione del nuovo appalto.

Scioperiamo perché da anni si lavora più ore di quante siano previste da contratto, con richieste di cambi, sostituzioni e turni straordinari con poco preavviso.

Nonostante la cooperativa abbia inizialmente aggiustato i contratti dopo il subentro nell’ultimo appalto, siamo ancora lontani dalla contrattualizzazione piena delle ore lavorate. Cooperativa e committente sostengono di non poter modificare gli orari di lavoro in fase di cambio appalto ma questo non è corretto: il bando di gara attuale prevede più ore lavorative di quante siano attualmente previste dai contratti in essere, dunque gli orari si possono aumentare, come stiamo rivendicando in altri siti come la Reggia di Venaria.

Gli orari da contratto devono rispecchiare la quantità di tempo lavorata, e i turni si devono organizzare in modo da garantire tanto ai dipendenti pubblici quanto agli esternalizzati di gestire i propri tempi di vita: è una responsabilità che la cooperativa avrebbe dovuto adottare da tempo.

Scioperiamo perché in questo momento è in corso un cambio di appalto, e nessuno ha tenuto conto degli interessi di lavoratori e lavoratrici per scrivere un bando volto a migliorare concretamente le condizioni di lavoro.

Per cominciare, abbiamo espresso fin da subito la necessità che nel bando fossero inseriti criteri di premialità e indicazione di applicazione del CCNL Federculture da parte delle cooperative in gara, il contratto giusto per il lavoro nei Beni Culturali. La stessa cosa che abbiamo rivendicato al presidio alla Direzione Museale della Lombardia, per inserire questi criteri in tutti bandi della regione, e su cui abbiamo avuto la disponibilità ad un incontro che si è tenuto di recente.

Al Palazzo Ducale, come in troppi altri siti e musei, si lavora con il CCNL Multiservizi che, oltre ad avere ben poco a che vedere con il settore, prevede paghe bassissime, tra le peggiori del Paese, che non garantiscono vita dignitosa, soprattutto con gli aumenti attuali del costo della vita. Il Federculture prevederebbe un aumento, rispetto allo stipendio attuale, di almeno due euro l’ora.

Con il bando di gara attualmente in corso, prevedibilmente le condizioni dei lavoratori non miglioreranno, in quanto il bando non prevede altro che il mantenimento della paga attuale, che per normativa è il minimo legale.

Scioperiamo anche per rendere noto a chiunque subentrerà nell’appalto che da queste richieste non torniamo indietro: se non saranno regolarizzati gli orari dalla cooperativa attuale, ci aspettiamo che sia la priorità della subentrante.

Se non sarà applicato il CCNL Federculture, avvieremo un percorso di rivendicazione per aumenti salariali strutturali, per coprire la differenza tra un contratto povero e un contratto di dignitoso.

Scioperiamo, infine, per lanciare un appello a tanti colleghi e colleghe in tutta Italia. Basta subire, basta chinare la testa, abbiamo diritto a rivendicare quello che nel nostro settore sembra un lusso ma dovrebbe essere la norma: il giusto contratto, la giusta paga e la giusta considerazione della nostra professionalità.

Perché noi lavoriamo presso strutture pubbliche, gestite dal Ministero della Cultura, dalle Regioni o dai Comuni, e spesso siamo il “volto” che accoglie il pubblico in quei luoghi di cultura, occupando posizioni e mansioni simili, se non uguali, a quelle dei dipendenti pubblici.

Eppure lavoriamo con soggetti privati, in condizioni molto peggiori, mentre il Ministero è in carenza di organico. Uniti, insieme, possiamo spingerci a rivendicare di essere equiparati nel trattamento e nella dignità al personale pubblico, internalizzati, per esercitare la nostra professione nelle migliori condizioni.

USB Lavoro Privato – Cultura

USB Slang