A novembre scadranno le Rappresentanze Sindacali Unitarie in tutti i comparti del Pubblico Impiego, ma ARAN e sindacati non hanno ancora avviato le procedure necessarie per dare vita a questo importante momento di espressione democratica, in cui milioni di dipendenti sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti nei luoghi di lavoro.
Le RSU della Scuola, ormai scadute nel 2009, sono state già rinviate per legge dal Ministero della Funzione Pubblica con l’accordo della maggioranza delle confederazioni sindacali del Pubblico Impiego. Queste confederazioni non solo non mostrano alcun interesse allo svolgimento delle RSU, anzi, con il pretesto che la P.A. è attraversata da una profonda trasformazione, stanno nei fatti lavorando per rinviarle.
“Perché Cgil, Cisl Uil e tutte le altre organizzazioni concertative vogliono rinviare le elezioni?” si interroga Paola Palmieri, della RdB-USB P.I.. “Hanno forse paura di un risultato elettorale che nel Pubblico Impiego segnerebbe una loro drastica perdita di consenso? A noi la democrazia non mette paura, e crediamo che non si debba esercitare solo quando fa comodo: sì a Pomigliano, dove con una pistola alla tempia i lavoratori hanno votato un referendum sulla distruzione dei diritti, e no invece alle RSU del Pubblico Impiego, in cui i lavoratori potrebbero esprimersi liberamente”.
Aggiunge Palmieri: “La democrazia poi si esercita pienamente quando tutti hanno pari dignità. Non vorremmo dunque trovarci a votare a novembre con un accordo chiuso a settembre, dovendo così competere in una campagna elettorale di neppure 60 giorni. Per tali ragioni, a sostegno del diritto alle RSU per tutti dipendenti pubblici, la RdB-USB P.I. ha indetto per il domani, 1° luglio, un presidio davanti Ministero della Funzione Pubblica ed ha chiesto un incontro al Ministro”, conclude la dirigente RdB-USB P.I.
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