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«Piano sopravvivenza», Alitalia taglia i voli in rosso

Roma,

31 agosto 2007 - Corriere della Sera Perdite «insostenibili». Esuberi gestiti con gli ammortizzatori. Aumento di capitale per la vendita: Citi advisor A Prato mandato per trovare i nuovi soci. Ridotto il ruolo di Malpensa, il no della Moratti di Antonella Baccaro

ROMA — Addio sogni di gloria. Alitalia rinuncia a competere con le grandi compagnie e toglie a Malpensa il ruolo di hub. In attesa di un possibile acquirente. E' la sintesi delle linee di piano di «sopravvivenza/ transizione» 2008-2010, approvate ieri dal consiglio d'amministrazione, guidato da Maurizio Prato, e subito illustrato ai sindacati, già riconvocati per lunedì. Dura la reazione delle istituzioni lombarde contrarie al declassamento di Malpensa. Mentre tra i sindacati sono i piloti dell'Anpac a ventilare lo sciopero contro il ridimensionamento della compagnia «a vettore regionale».

Prato non ha precisato quali rotte verranno tagliate, né ha fornito numeri sugli aerei che resteranno a terra e sugli esuberi. Nel cda di venerdì prossimo sarà precisata solo la sostenibilità finanziaria del piano. Ma le affermazioni contenute nel comunicato sono già abbastanza drammatiche: si parla d'«insostenibilità» delle perdite, d'«impossibilità» della compagnia «di alimentare in modo efficiente e produttivo due hub», ma soprattutto d'«indifferibile esigenza di ridimensionamento » della compagnia, anche attraverso esuberi «che dovranno essere gestiti d'intesa con i sindacati e con l'utilizzo di ammortizzatori sociali». Esuberi, che nell'incontro con i sindacati, Prato ha definito «non traumatici» e che le varie sigle quantificano, a spanne, in 500-600 lavoratori di terra e un migliaio di volo, questi ultimi senza diritto a cassaintegrazione. Il piano prevede uno spostamento di naviganti a Milano che sarà decisa «auspicabilmente » con i sindacati.

Colpisce l'ammissione dell' «estrema difficoltà di recuperare il gap accumulato attraverso un nuovo tentativo di posizionamento autonomo» a Gianni Santucci livello delle grandi compagnie, che «avrebbe come conseguenza quella di confermare l'attuale ruolo marginale e regionale» della società. Dura la premessa, duri i rimedi, soprattutto per Malpensa che perderà i voli intercontinentali sostituiti da collegamenti punto a punto, dai low-cost di Volare, dai charter di Air Europe e dai cargo. A terra resteranno gli Atr e gli Md80 che trasferivano i passeggeri a Malpensa e un paio di B767, mentre viene meno l'accordo con Air Alps. La disponibilità a rivedere tale decisione è subordinata a un abbassamento dei costi e a un improponibile (per i lombardi) ridimensionamento di Linate. Si delinea invece un patto di ferro con Fiumicino: per il suo sviluppo vengono richieste infrastrutture e tariffe basse. L'accordo è già pronto e dovrebbe essere firmato a ottobre.

Az Servizi tornerà al 51% in mano a Alitalia ma il deconsolidamento verrà mantenuto grazie a accordi di partneriato, per ciascuna delle attività, con privati che avranno quote minoritarie ma otterranno la «responsabilità gestionale». Rientrerà in Alitalia invece la manutenzione, ma solo quella di linea (circa 200 lavoratori). Sul punto, che è cruciale, i sindacati, a partire da Sdl, chiedono maggiori lumi, mentre è contraria la Cub. Deciso e corale il rifiuto di norme per il recupero di produttività. In attesa della vendita che apporterà nuovi capitali (l'advisor sarà Citi), cambiano alcuni manager: Alessandro Loddo lascia la manutenzione Fly a favore di Livio Donatiello e prende il posto di Livio Vido alla manutenzione Service; mentre a Az Airport, al posto di Riccardo Raimondi, arriva Vito Mangano.