(134/20) La presentazione del XIX Rapporto annuale dell’INPS alla Camera dei Deputati, tenutasi ieri 29 ottobre, è servita anche a fare il punto sulle misure fin qui attuate dal Governo per sostenere l’economia e i lavoratori a fronte del blocco delle attività deciso per contrastare la diffusione del SARS-Cov-2. Il documento sarà presentato anche al personale dell’INPS questa mattina su Teams, a partire dalle ore 10:00.
Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, non si è limitato ad elencare i dati delle prestazioni gestite normalmente dall’Istituto e quelle straordinarie legate all’attuale emergenza epidemiologica ma ha aperto alcune importanti riflessioni su necessari interventi legislativi di politica sociale e del lavoro: risolvere l’attuale penalizzazione delle donne lavoratrici che decidono di fare figli e per questo arrivano ad avere in 15 anni una minore retribuzione annua di circa 5.700 euro rispetto alle altre lavoratrici; stabilire per legge un salario minimo orario dignitoso e assicurare in futuro una pensione di garanzia a lavoratori con carriere discontinue, a chi ha redditi bassi, ai giovani che andranno in pensione con l’intero calcolo contributivo; introdurre un assegno unico che riassuma le misure di sostegno alla famiglia.
Il presidente Tridico ha ringraziato anche in questa occasione le lavoratrici e i lavoratori dell’INPS per aver dimostrato “flessibilità, dedizione, passione e solidarietà” ed aver fatto fronte ad un impegno straordinario pur lavorando quasi tutti in smart working nella prima fase acuta dell’emergenza epidemiologica. Oltre alla gestione di 25,5 milioni di assicurati, all’erogazione di 20,8 milioni di pensioni, all’impegno che normalmente raggiunge 43 milioni di cittadini tra utenti ed aziende, quest’anno in pochi mesi sono stati gestiti ulteriori servizi straordinari per 14,2 milioni di lavoratori e utenti per una spesa di 26,2 miliardi. A settembre si contavano per il 2020 4,1 milioni di beneficiari di indennità una tantum, 20 milioni di prestazioni di cassa integrazione, tra ordinaria e in deroga, per un totale di 3 miliardi di ore e 6,5 milioni di beneficiari.
L’emergenza Covid ha riportato lo Stato al centro della vita economica del Paese, ha dichiarato Tridico nella sua relazione, sottolineando gli interventi di sostegno al reddito, il blocco dei licenziamenti e l’impegno nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale. La misura bandiera di questa politica è senz’altro il Reddito di Cittadinanza (RdC), che a settembre ha raggiunto il consistente traguardo di 3,1 milioni di prestazioni. A detta del presidente dell’INPS le misure decise dal Governo hanno contribuito a ridurre del 55% la perdita di reddito netta evitando che 302.000 persone finissero a rischio povertà. Sempre sul fronte del contrasto alla povertà l’INPS ha assunto autonome iniziative, come “Inps per tutti”, tentando di avvicinare alla fruizione dei propri diritti economici e previdenziali chi vive in condizioni di emarginazione e di estremo disagio sociale.
Il Rapporto annuale dell’INPS descrive ancora una volta un quadro preoccupante del valore della pensione pubblica. Il 34% delle pensioni erogate dall’Istituto previdenziale sono al di sotto dei 1.000 euro mensili lordi, il 21% si colloca tra 1.000 e 1.500 euro, il restante 45% è superiore a 1.500 euro ma solo l’8% supera i 3.000 euro mensili. Se non si pongono correttivi il dato è destinato a peggiorare nel tempo con il progressivo passaggio al calcolo della pensione totalmente con il sistema contributivo. Il presidente dell’INPS nella relazione ha accennato alla necessità di affidare la gestione della previdenza complementare anche a soggetti pubblici come l’INPS. Sarebbe sicuramente meglio che lasciare la previdenza complementare nelle mani di sindacati, banche ed assicurazioni, tuttavia continuiamo ad essere fermamente convinti che vada rivisto il sistema di calcolo della pensione ancora prima dell’età pensionabile, per restituire valore alla pensione pubblica e non costringere lavoratrici e lavoratori a rinunciare al proprio tfr per costruirsi una pensione dignitosa, oppure a lavorare fino alla morte per tentare di accumulare un assegno adeguato.
Nell’appassionata relazione del presidente Tridico c’è la descrizione di un Istituto di previdenza proiettato verso il futuro, deciso a tornare ad essere punto di riferimento nella pubblica amministrazione per innovazione tecnologica ed organizzativa. Saranno raggiunti questi obiettivi? Ce lo auguriamo, per il bene dell’INPS e del Paese. Continueremo a seguire con attenzione cosa accade dentro l’Istituto di previdenza, pronti ad intervenire ogni qual volta riterremo che si vada in una direzione sbagliata o che si assumano scelte non in linea con le funzioni e le peculiarità dell’INPS.