Da ormai un mese i lavoratori del macello Prosus di Vescovato, in provincia di Cremona, resistono con il sostegno di USB nello stabilimento occupato. La società infatti, per facilitare le procedure di vendita, ha deciso di ridurre i lavoratori presenti nell’impianto licenziandoli: con la formula del “contenimento del costo del lavoro” si cerca di rendere più appetibile l’acquisto, ma si lasciano per strada decine di lavoratori, con famiglie a carico e spesso avanti con gli anni, con scarse possibilità di reimpiego.
I lavoratori, per difendere il loro posto di lavoro, hanno deciso di occupare la fabbrica e salire sulle “giostre”: le catene produttive dove vengono appese le mezzene di maiale. Da trenta giorni, quindi, i lavoratori di Prosus stanno portando avanti, con grande determinazione, questa lotta così radicale: non ostante le provocazioni e i tentativi di dissuasione della ditta, che ha fatto spalancare le celle frigorifere, disattivare i distributori di bevande, staccato l’acqua calda e progressivamente si appresta a fare lo stesso con le altre utenze.
Un vero e proprio assedio, quello nei confronti dei lavoratori in lotta isolati sulle giostre.
Grazie alle dimostrazioni di solidarietà arrivate da tanti altri impianti dell’industria e della logistica del nord Italia, ma anche grazie all’apporto fondamentale delle comunità migranti del territorio cremonese, i lavoratori continuano la loro resistenza. USB è dalla loro parte, contro l’arroganza di chi, dopo averli sfruttati per decenni, vuole sbarazzarsene per accumulare profitti dalla vendita e ripianare i debiti.
Perfino la prefettura ha deciso di non intervenire, tanto è chiara la soluzione per il macello Prosus: assumere direttamente i lavoratori delle cooperative, che nella vendita sarebbero sacrificati in blocco.
USB continua ad appoggiare i lavoratori: una lotta fondamentale per la loro dignità. Andremo avanti, fino alla fine, vogliamo il lavoro per tutti!
USB Logistica