La condizione in cui si trovano a lavorare gli operatori sanitari dell'ospedale di Mariano Comense, presidio territoriale dell’Ospedale Sant'Anna di Como, oltre ad essere fuori da ogni vincolo di legalità e di buon senso, è soprattutto vergognosa. Non ci sono altri termini per definirla.
Dopo una nostra segnalazione due settimane fa all’ASST di appartenenza, rimasta senza riscontro, le condizioni di lavoro sono addirittura peggiorate. La griglia dei turni è stata definita “da I Guerra Mondiale”: turni consecutivi sempre di 12 ore con doppie notti, sempre consecutive e mancato rispetto degli istituti normativi sull’orario di lavoro in un reparto Covid con una trentina di pazienti ricoverati anche con altre importanti comorbilità.
A questa vergogna, evidentemente da qualcuno autorizzata e da altri tollerata, si aggiunge che il reparto è in gestione a una cooperativa cui probabilmente poco importa sia dei lavoratori che evidentemente dei pazienti.
Questa non è incapacità gestionale organizzativa, è molto peggio, è una scelta ponderata che uccide Servizio Sanitario Nazionale e Servizio Sanitario Rregionale mettendo a rischio la salute e sicurezza dei lavoratori e dei pazienti.
Gli organi di controllo devono immediatamente intervenire per sanzionare e sanare una situazione fuori controllo e la Regione Lombardia dovrebbe semplicemente assumersi le dovute responsabilità per le decisioni assunte negli anni e deflagrate, come vecchie bombe innescate in periodo di guerra, nella fase dell'emergenza Covid.
Ed è sicuramente arrivato il momento di porsi una domanda: quanti morti per Covid dipendono da privatizzazioni, appalti e precariato tanto diffusi nella Sanità?
La risposta che arriva dai luoghi di lavoro è terribile: tanti! E la causa principale è l’impossibilità di controllo da parte della Regione su un livello di polverizzazione nel quale ognuno fa come vuole, secondo il proprio profitto.
Como 30-10-20
USB Lombardia