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dal Coordinamento Nazionale

REVISIONE CONTABILE SOCIETA' COOPERATIVE

Nazionale,

Se fossimo in un Paese Civile, l’attività di revisione contabile delle società cooperative non dovrebbe essere affidata ad incarichi extraistituzionali ma dovrebbe rientrare nelle funzioni istituzionali del MISE o del MLPS o di entrambi i ministeri,  con personale pubblico adeguatamente formato ed in numero congruo.

 

Se fossimo in un Paese Civile dovrebbe essere PROIBITO alle centrali cooperative di nominarsi i propri controllori  e, di conseguenza, non avrebbe modo di esistere il “sindacato nazionale dei revisori privati delle centrali cooperative”.

 

Se fossimo in un Paese Civile Cgil, Cisl, Uil  anziché perseguire interessi corporativi dovrebbero impegnarsi affinché la funzione di controllo sia davvero messa a tutela del pubblico interesse, l’unico che per noi conta,  e questo può accadere solo se    essa resta saldamente in mani pubbliche ma come  una funzione pubblica  a tutti gli effetti, da effettuarsi all’interno del “normale” orario di lavoro, senza ambiguità.

 

Gli incarichi  retribuiti extraistituzionali di revisione contabile, alla fine dei giochi,  sono  solo funzionali  a quanti vorrebbero che  la vigilanza sulle società cooperative fosse del tutto svincolata dai ministeri, con quel che ne consegue.

 

Non ci stupiamo di come la legislazione sull’anticorruzione possa essere interpretata da talune burocrazie statali per eliminare di fatto l’attività di controllo sottraendola ai soggetti che  finora l’hanno sempre esercitata, ma questa può essere salvaguardata davvero a patto solo che rientri in un normale compito istituzionale  dello Stato e a patto che non venga compromessa, con ingerenze “dall’alto”,  l’indipendenza dei revisori/ispettori.

 

Tutto il resto è difesa solo di piccoli interessi corporativi.

 

 

 

Roma, 18 marzo 2013  

                       USB/P.I. – Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S.