Si terrà giovedì 3 ottobre la prima udienza contro Glovo a Milano, la piattaforma che, dopo la chiusura di Uber, più di tutte ha assorbito i rider rimasti senza le entrate che da quella derivavano, allargando così la sua flotta di rider, ai quali ha abbassato ulteriormente i compensi per ordine.
Il modello di Glovo è quello di tutte le aziende di Assodelivery: finta autonomia e rider obbligati a lavorare con la partita Iva. Questo è il modello che combattiamo tanto nelle piazze quanto nei tribunali, finché tutti i rider di tutte le piattaforme non saranno riconosciuti come lavoratori subordinati quali sono, inquadrati con il CCNL Logistica senza alcun accordo peggiorativo come Scoober.
Non c'è altra soluzione perché a questi lavoratori siano finalmente garantite tutele quali la stabilità e la sicurezza di un compenso dignitoso, che permetta loro di lavorare senza rischiare la vita perché obbligati a correre. Tutele quali la malattia pagata, le ferie, tredicesima, quattordicesima e TFR, dispositivi di sicurezza e mezzo di lavoro a carico dell'azienda.
Non va dimenticato che la precarietà lavorativa porta spessissimo a quella abitativa e insieme queste condizioni pregiudicano la possibilità di avere o rinnovare i documenti, in un circolo vizioso di precarietà che diventa esistenziale.
Senza un contratto che realmente tuteli i diritti, senza un salario minimo che permetta di riconquistare potere d'acquisto, senza tutele per la sicurezza non c'è futuro per i rider. Per questo i rider di tutte le piattaforme saranno presenti giovedì 3 ottobre alle 9:30 al presidio per l'udienza contro Glovo in via San Barnaba 50 al Tribunale del Lavoro: una vittoria contro Glovo è una vittoria per una vita dignitosa.
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