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Editoriale

Roma. Appello dalle periferie tradite. Senza casa, lavoro e servizi non ci sentiremo mai sicuri!

Roma,

LE PERIFERIE TRADITE SI UNISCONO

MANIFESTAZIONE VENERDI' 6 a San Basilio

È in corso una aggressione mediatica e repressiva contro gli abitanti delle case popolari, che sono una delle fette più povere della popolazione romana. Avrebbero la colpa di usufruire del piccolo e spesso fatiscente appartamento comunale, quindi degli intollerabili privilegiati. Oppure sarebbero morosi o addirittura senza titolo, sottraendo il diritto a chi sta in graduatoria. O vivrebbero di espedienti illegali.

La tesi di fondo, mai detta esplicitamente ma all'origine dell'offensiva congiunta di polizia urbana e forze dell'ordine, è che tra i poveri si annidi il pericolo e che la sicurezza della città si affronti colpendo duro chi sta peggio.
I rastrellamenti nei quartieri periferici si aggiungono alla presenza asfissiante in diverse zone della città, dove la faccia dello Stato assume le caratteristiche del controllo senza porsi il problema di affrontare le difficoltà ed i drammi che si accumulano. All'assenza di lavoro ed alla penuria di servizi e di case si risponde aumentando la pressione di polizia, senza alcun piano concreto per affrontare i problemi reali.

Si vuole probabilmente seguire la strada dell’Abruzzo dove la nuova amministrazione regionale di destra (a guida F.d.I., Lega e F.I.) ha approvato una legge che nega l’accesso alle case popolari a chi ha precedenti e condanne penali?

Possibile che per le periferie non ci sia nessun'altra alternativa? Eppure è lì che vive la maggioranza dei romani ed è in periferia che i partiti di tutti i colori vengono a chiedere voti e a fare promesse quando si avvicinano le elezioni.

La vergognosa aggressione subita dagli abitanti di San Basilio (ma in precedenza anche dagli inquilini di Tor Bella Monaca e a Boccea), con l'intrusione in massa di vigili urbani nelle case della gente, segna un salto di qualità: chi vive in periferia non solo è dimenticato dalle istituzioni ma ora diventa anche il bersaglio di un'azione di esplicito attacco, sul piano amministrativo e giudiziario. È il tradimento di qualsiasi aspettativa o speranza che chi governa la città o il paese possa dare risposte ai problemi reali.

Restare a guardare non è possibile. Occorre dare una risposta a tutto campo. Innanzitutto occorre innescare una controffensiva legale che contrasti l'arbitrio con il quale si calpestano i diritti fondamentali delle persone. Molte persone hanno paura ed occorre mettere in campo uno strumento di tutela collettiva.

Poi c'è bisogno di costruire una diversa lettura della città e di cosa serva veramente per ripristinare legalità e sicurezza, a cominciare da una sanatoria delle case popolari per tutti gli abitanti che hanno i requisiti (cioè il 99.9% degli attuali residenti) e da un serio Piano Casa che Roma aspetta da decenni.

E qui ovviamente entrano in campo le questioni più urgenti dal punto di vista sociale, cioè il lavoro e i servizi, sui quali va costruita una grande Piattaforma delle periferie. E infine occorre dar vita ad un movimento di opinione ma anche di resistenza che costruisca una diga contro questa campagna di aggressione.

Non dobbiamo lasciarci intimidire, le nostre esistenze precarie non sono una colpa ma il frutto delle scelte di chi ci governa.

Venerdì 6 corteo a San Basilio, ore 18:00 di fronte al Centro Popolare, via Mechelli.

Coordinamento dei Comitati delle periferie romane
ASIA-USB