Suscitano perplessità le recenti dichiarazioni del sindaco Alemanno e dell’assessore alle politiche educative Marsilio sulla centralità della famiglia.
La parola “famiglia” è diventata ormai un passepartout, una parola d’ordine magica ma alquanto generica e buona per ogni campagna elettorale.
Sembra che la priorità sia l’abbattimento delle liste di attesa nei nidi, ma il sindaco preferisce sorvolare sui metodi scelti per realizzare questa operazione, peraltro malriuscita.
Le soluzioni adottate sono sempre privatistiche, infatti i 785 posti promessi in questi giorni per i bambini dei nidi, sono tutti affidati ai privati. Il profitto, in questo caso, viene realizzato con consistenti contributi pubblici e con una contrazione indecorosa dei salari delle lavoratrici.
Del tutto inconsistente e strumentale ci sembra inoltre la proposta di istituire un servizio ispettivo che controlli le strutture private: un vigile urbano potrà verificare la validità o l’applicazione di un progetto educativo? Potrà intervenire sui contratti da fame applicati alle lavoratrici private? Crediamo di no.
Il disimpegno progressivo del Comune di Roma nei confronti del pubblico e la crescita sempre maggiore di un parassitismo privato, sono ancora più chiari se si analizzano le modalità di riorganizzazione dei servizi pubblici, un’operazione che passa attraverso una sistematica contrazione della spesa, con tanto di:
- esternalizzazione dei servizi ausiliari,
- riduzione degli organici nei nidi e nella sezioni ponte;
- aumento in termini di flessibilità e di carichi di lavoro delle educatrici e delle insegnanti;
- riduzione drastica delle supplenze;
- utilizzo cronico del personale precario per la copertura dei vuoti di organico;
- aumento del numero dei bambini che ogni educatrice e ogni maestra deve di fatto seguire.
Non soddisfatto del continuo scadimento dei nidi, Alemanno vuole esportare il modello anche nella scuola dall’infanzia: il municipio XIII per esempio, detiene il primato per l’elevato numero di nidi privati e, in questi giorni, lancia un progetto di convenzioni che riguardano anche le scuole dell’infanzia.
Noi siamo convinti che le scuole e i nidi debbano rimanere in mano pubblica, essere potenziati e garantire alle famiglie non solo l’accesso, ma un
livello qualitativo adeguato al servizio.
Le lavoratrici hanno dimostrato in più occasioni che non sono intenzionate a cedere in quella che considerano una battaglia di civiltà per la difesa del servizio e della dignità del loro lavoro.
Nei prossimi giorni saranno di nuovo in piazza, sostenute da RdB, per ricordare ad Alemanno che se Roma vuole davvero essere una capitale europea, ha il dovere di investire sui cittadini del futuro.
Per questo chiediamo:
- garanzia di organici adeguati negli asili nido;
- assunzione delle educatrici appartenenti alla graduatoria 360/06
- assunzione delle educatrici vincitrici del concorso pubblico dei nidi
- il reale utilizzo delle graduatorie municipali per le supplenze brevi nei nidi;
- l’immediata pubblicazione della graduatoria del corso-concorso per educatori di asilo nido;
- lo scorrimento delle graduatorie di seconda e terza fascia della scuola dell’infanzia per coprire almeno parte dei 713 vuoti di organico;
- l’indizione di un corso concorso per le insegnati supplenti della scuola dell’infanzia che da anni ormai garantiscono il normale svolgimento delle attività;
Con una successiva comunicazione trasmetteremo il calendario delle mobilitazioni