USB è costretto a revocare il sciopero di 4 ore indetto per il personale di Airitaly per il 28 gennaio prossimo a fronte dell'indicazione immediata emessa in modo solerte dalla Commissione di Garanzia, la quale contesta l'evidente carattere politico dello sciopero e impone l'effettuazione delle procedure di legge come una qualsiasi vertenza sindacale.
Per affrontare gli effetti negativi di carattere occupazionale, lavorativo, industriale e di presidio territoriale che l'applicazione dell'accordo quadro del giugno 2016 sta provocando, bisogna affrontare gli errori di un patto sbagliato, nonché manchevole di sufficienti garanzie, che vede i tre ministeri dei Trasporti, del Mise e del Lavoro direttamente coinvolti quali firmatari e garanti.
Una questione dall'evidente carattere politico che affligge centinaia di lavoratori, altrettanti disoccupati e che sta vedendo Airitaly in fuga dal territorio di storica appartenenza. Tra l'altro in un momento nel quale le prime ordinanze del tribunale di Cagliari, dopo quello di Busto Arsizio, stanno certificando l'abuso aziendale commesso sull'intero impianto dei licenziamenti.
Ma agli zelanti burocrati della legge antisciopero tutto questo evidentemente non interessa.
Seguendo la logica imposta dalla Commissione di Garanzia, USB ha contestualmente attivato le procedure previste dalla legge per l'effettuazione dello sciopero, inviandole direttamente anche ai ministri Toninelli e Di Maio che dovranno evidentemente garantire la presenza dei loro dicasteri agli incontri previsti, in modo da assicurare che le procedure imposte anche in questo caso siano espletate in modo esigibile e corretto.
Il governo non può più chiamarsi fuori da una questione che vede coinvolto il futuro della seconda compagnia aerea italiana, senza alcun timore di ridiscutere i termini di un accordo sbagliato e che non può più essere garantito dalla firma di ministri e vice.
Unione Sindacale di Base Trasporto Aereo