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Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione: quale futuro?

Roma,

Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione:

 quale futuro?

 

Le modifiche all’assetto del pubblico impiego che il governo si appresta a realizzare e quelle organizzative della PCM, abbinate alla carenza di una politica del personale, pongono una serie di preoccupanti interrogativi circa il futuro della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’articolo poi, apparso su “Il Messaggero” di oggi,  conferma l’incertezza anche per quanto riguarda quello della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione.

La commissione istituita presso la ex Funzione Pubblica del Ministro Nicolais presieduta dal sempre presente Bassanini, ha il compito di FONDERE la SSPA con il FORMEZ con l’obiettivo di una superscuola per dirigenti.

In un ottica di smantellamento della pubblica amministrazione, di privatizzazioni , di esternalizzazioni e di accorpamenti di enti (v. INPS-INPDAP) ci riesce difficile comprendere come la fusione di una struttura pubblica con una privata, possa formare l’intera classe dirigente pubblica in similitudine all’ENA francese, che vanta una ben maggiore tradizione e prestigio essendo caratterizzata da una forte cultura a sostegno dell’amministrazione statale.

Sino ad ora la politica dei governi ha privilegiato il finanziamento di  una struttura privata come il Formez anziché potenziare una struttura pubblica come la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione la cui peculiarità è la formazione dei dirigenti e funzionari pubblici sotto la responsabilità della Presidenza del Consiglio.

Un altro tassello verso l’abbattimento del sistema pubblico che porterà, ancora una volta, inevitabilmente all’abbandono della cultura pubblicistica della gestione della “cosa pubblica” a favore di una visione privatistica della Stato. 

Il fatto che  Bassanini sia il promotore di questa operazione suscita forti perplessità, in quanto le precedenti riforme da lui condotte hanno di fatto depotenziato il sistema pubblico a vantaggio del privato, riversando gli oneri sul cittadino. La metodica delle relazioni sindacali  in piena continuità con la passata compagine governativa, non ci fa intravedere nulla di buono per la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, infatti l’assenza totale delle organizzazioni rappresentanti dei lavoratori alla manovra di fusione, non fa altro che alimentare il timore per il futuro del personale in servizio.

Non accetteremo una trasformazione dello status del personale al quale, in ogni caso,  deve essere garantito il diritto di opzione.

  7 settembre 2006

RdB/CUB-Pubblico Impiego

Coordinamento Nazionale Presidenza Consiglio Ministri