Per questo saremo in piazza l’11 ottobre in occasione dello sciopero generale indetto dal sindacalismo di base. Il Paese del post pandemia si preannuncia peggiore di com’era prima che il Sars Cov-2 entrasse nelle nostre vite.
L’avvento del governo Draghi ha segnato in questo senso un passaggio epocale. Draghi è stato messo al governo del Paese con lo scopo di garantire, attraverso il PNRR, le riforme che il Capitale, i poteri forti dell’Unione Europea, hanno individuato per far fronte alla crisi aperta dalla pandemia. E non sono le riforme che tutti ci aspettavamo, quelle che il Covid ci ha indicato con grande chiarezza, quelle che nei giorni del primo lockdown apparivano evidenti. Non c’è investimento su Sanità, Scuola e Ricerca Pubblica.
C’è invece una pesante ristrutturazione del Paese per renderlo più agibile per le imprese e garantire sempre più profitto.
E la Ricerca rientra in questo piano poiché il PNRR concentra tutta la sua azione sul “trasferimento tecnologico” mettendola sostanzialmente al servizio dell’impresa, al punto che non è azzardato parlare di “cessione di ramo d’azienda”. L’altra Ricerca, quella che non è funzionale al profitto, praticamente non esiste.
Poco importa se ad esempio l’esclusiva produzione di vaccini in mano alle multinazionali abbia generato ritardo nella diffusione, costi non accessibili per la maggior parte del pianeta grazie al mantenimento dei brevetti, un costo doppio per paesi come il nostro che hanno prima finanziato, direttamente o indirettamente, le ricerche e poi hanno pagato i vaccini.
Poco importa se il sistema è stato vicino all’andare in tilt nella prima fase dell’emergenza e ha retto solo grazie al sacrifico dei ricercatori pubblici e dei loro staff (sono dipendenti pubblici anche quelli caro ministro Brunetta...) che con pochissimi mezzi, ma con un immenso senso del dovere e del sacrificio hanno fatto fronte alle prime immediate necessità.
Poco importa se il Paese si poggiato sullo Stato e sulla Pubblica Amministrazione per non crollare sotto i colpi del Sars Cov-2.
A Draghi e Brunetta non importa nulla. Importa solo che riparta l’economia, che riparta il profitto, anche se questo significa migliaia di licenziamenti come sta avvenendo in Alitalia, alla GKN e in altre mille vertenze in tutto il Paese.
E allora serve qualcuno che dica NO!
E i lavoratori della Ricerca Pubblica saranno tra quelli che con lo sciopero di lunedì 11 ottobre diranno NO dalle piazze nazionali di Roma e da quelle locali di tutta Italia.
LUNEDÌ 11 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE
MANIFESTAZIONE NAZIONALE DALLE ORE 10,00 DAVANTI AL MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA
Per una Ricerca Pubblica al servizio dei cittadini
Per un CCNL dedicato alla Ricerca
Per salari dignitosi
Per la stabilizzazione di tutti i precari
USB Pubblico Impiego - Ricerca
8-10-2021