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Sevel, le difficoltà produttive vanno affrontate rivedendo il sistema produttivo e non licenziando centinaia di lavoratori

Atessa,

L’annuncio del ritorno ai 15 turni, rispetto ai 18 attuali, e del licenziamento di 300 lavoratori somministrati (a cui vanno aggiunti i circa 150 già non confermati nei mesi recenti) sono la fotografia di quanto sia brutale il mondo del lavoro propinato da parti datoriali e sindacati accondiscendenti.

L’USB ritiene inaccettabili questi licenziamenti e ritiene che l’unica alternativa sia di mettere in moto un’organizzazione della produzione che mantenga questi lavoratori all’interno dello stabilimento, per i quali da anni chiediamo la stabilizzazione, visto che si parla di una situazione temporanea. Se invece non si trattasse solo di una difficoltà di breve periodo, l’azienda deve fare chiarezza, cosa che ha evitato di fare fino ad oggi.

Le soluzioni ci sono, anche solidaristiche, serve solo la volontà di metterle in atto. La politica deve farsi carico di questa situazione e non chiudersi, come sta facendo, in un silenzio assurdo e complice. Abbiamo già chiesto incontri a ministri competenti e alle presidenze di Abruzzo e Molise.

Da anni proponiamo di avviare una politica di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario ma ci scontriamo contro un muro invalicabile che mette a nudo un cieco allineamento a un sistema capitalistico vorace che non tiene a cuore le sorti delle persone e di un territorio importante come quello della Val Di Sangro.

La Sevel deve ritirare questo provvedimento e aprire un tavolo con tutti i sindacati presenti in azienda per affrontare la situazione attuale e programmare un futuro che dia certezze occupazionali e produttivi per i prossimi 10 anni.

Il fallimento delle relazioni sindacali introdotte dal CCSL è sotto gli occhi di tutti, è tempo di cambiare rotta e mettere in sicurezza l’occupazione nello stabilimento dei record. L’USB è aperta al confronto con azienda, politica e altre organizzazioni partendo dal ritiro immediato di tali tagli occupazionali poiché si tratta di lavoratori presenti da anni nello stabilimento, che hanno profuso enormi sacrifici per ottenere un contratto stabile, e non meritano certamente un benservito simile.

Siamo pronti anche al ricorso ad azioni di mobilitazioni perché sta accadendo qualcosa che inciderà pesantemente anche sul futuro e come sempre certamente non ci limiteremo ad accettare gli eventi supinamente e in silenzio.

 

USB Abruzzo