Con il nuovo accordo sottoscritto il 21 marzo 2023, TIM S.p.A. è riuscita ad ottenere un ulteriore taglio di 2mila posti di lavoro, sfruttando quanto previsto all’articolo 4 della Legge 28/06/2012 n° 92 e esteso fino al 31 dicembre 2026 dall’ultimo decreto Milleproroghe (convertito il 24 febbraio nella legge 14/2023), consentendo uno scivolo pensionistico fino a 7 anni rispetto ai requisiti Fornero per il triennio 2021-2023.
Questa misura permetterà l’ulteriore uscita su base volontaria per chi avrà maturato i requisiti per la pensione tra il 2028 ed il 2030 a seconda delle varie posizioni prima del termine previsto per legge. Proverà inoltre a dare maggiore sostenibilità finanziaria all'azienda, riducendo ulteriormente il numero degli occupati a seguito degli accordi stipulati nel 2022.
Come previsto dalle condizioni normative ed economiche dell’accordo, l’azienda si impegna a versare all'INPS sia le somme per l'assegno sostitutivo della pensione che giunge al lavoratore (assegno di esodo) tramite l'istituto, che per la contribuzione correlata se prevista.
Va comunque ricordato che l'isopensione, anche se garantisce la copertura per tutto il periodo fino al raggiungimento dell'età per la pensione, non prevede la perequazione automatica all'indice ISTAT e i trattamenti di famiglia (ANF).
È fondamentale precisare, ai fini dell’erogazione dell’indennità, che è responsabilità del lavoratore la verifica del requisito per la presentazione della domanda di pensione.
Con la circolare n.88/2022 l’INPS ha fornito le condizioni, all’interno del contratto di espansione, per accedere all’indennità mensile, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato al momento della cessazione del rapporto di lavoro:
- risoluzione consensuale del rapporto di lavoro entro il 30 novembre 2023 per l’annualità 2023;
- raggiungimento del diritto alla pensione di vecchiaia con requisiti ordinari entro 60 mesi, per cui non è prevista contribuzione correlata;
- raggiungimento del diritto alla pensione anticipata entro 60 mesi. In questo caso nel periodo di erogazione dell’indennità mensile viene corrisposta anche la contribuzione correlata.
Occorre prendere atto che l’attuale piano di "ottimizzazione dei costi", per perseguire una parvenza di redditività e giustificare il piano industriale autodistruttivo annunciato all'inizio dello scorso anno dall'azienda, sta condannando non solo lo sviluppo del sistema Paese ma anche sé stessa al decadimento senza speranza.
Indiscutibilmente la situazione è precipitata, come hanno dimostrato questi ultimi trenta anni basati sull’ideologia delle liberalizzazioni e privatizzazioni di tutto ciò che era pubblico, distruggendo questa azienda trainante per l’innovazione del Paese, facendone uno “spezzatino” solamente per misere percentuali di guadagno.
La strada imboccata è autodistruttiva, “il privato” non investe perché interessato più al guadagno a breve termine, grattando qui e là “sostegni”, “incentivi” e “sgravi”. Di contro il “pubblico” è incapace di invertire questa linea fallimentare, perché obbligato dai vincoli europei, con la logica conseguenza che in assenza di investimenti produttivi TIM è condannata.
Praticamente si campa alla giornata