L’USB sostiene con forza la campagna a favore della realizzazione di un ospedale sull’isola. Una scelta obbligata per tante ragioni, date le caratteristiche dell’isola, evidenti a tutto il mondo tranne che a chi dovrebbe deciderne la realizzazione. Numero di abitanti, numero di turisti, punto di sbarco per molti migranti, questione amianto, solo per citarne alcuni.
Di seguito il comunicato inviatoci dal nostro delegato sull’isola Giacomo Sferlazzo.
Qui la raccolta firme per sostenere il progetto https://bit.ly/3glSvQg e il diritto alla salute. FIRMATE!
[…]La prima cosa da chiarire è che la realizzazione di un ospedale sull’isola è possibile, infatti il D.M. 70 stabilisce nel numero di 150.000 persone il numero di abitanti necessario per avere un ospedale ma allo stesso tempo chiarisce che la legge va in deroga per le zone disagiate, tant’è che Pantelleria ha un ospedale. Pantelleria ha una popolazione di quasi ottomila persone. Poco più del Comune di Lampedusa e Linosa. Ma facciamo un passo indietro.
L’approccio che abbiamo portato avanti in questi anni è quello di un approccio organico alla questione della salute e dell’accesso alle cure. Infatti riteniamo sia utile partire dal tema della prevenzione e della riqualificazione ambientale, perché prima di curarci pensiamo sia necessario non ammalarci.
Le discariche abusive di amianto, dell’inquinamento elettromagnetico, della gestione della nettezza urbana, della produzione e distribuzione di energia e acqua potabile, del depuratore che non è mai entrato in funzione, sono tutti temi che da anni studiamo e su cui avanziamo proposte ma che al momento non hanno visto azioni concrete e risolutive da parte delle amministrazioni pubbliche.
Una cosa fondamentale sarebbe avviare un percorso decennale per la municipalizzazione dei servizi e sbloccare i lavoratori del depuratore, cosi come dare seguito alla legge Regionale sull’amianto del 29 aprile 2014 e alla circolare regionale n.10 inviata ai comuni “Linee guida per la redazione del Piano comunale amianto” con cui si indicano le modalità e i fondi per lo smaltimento dell’amianto.
Cosi come necessario sarebbe uno studio indipendente sull’inquinamento elettromagnetico ed un’indagine epidemiologica. Tra l’altro con Il progetto Lampedusaresiste abbiamo realizzato la mappatura delle discariche abusive di amianto. Per quanto riguarda le onde elettromagnetiche da anni portiamo avanti una serie di iniziative che hanno portato alla rimozione di un radar a Capo Grecale e di alcune relazioni e controrelazioni ufficiali che hanno messo in luce le carenze delle misurazione dell’ARPAS e un forte inquinamento elettromagnetico al centro del paese, nei pressi dell’asilo comunale, a causa di un’antenna per le telecomunicazioni, che nonostante superi i livelli consentiti, rimane ad operare indisturbata.
Per quanto riguarda l’ospedale, anche qui andrebbe fatta una programmazione da qui a quindici anni. Prima di tutto andrebbero fatti rispettare i LEA (livelli essenziali di assistenza) che ad oggi non risultano garantiti. Parallelamente andrebbe avviato uno studio per avere un quadro completo sulla casistica delle patologie e degli interventi sanitari a Lampedusa e Linosa. Dopo questo studio andrebbe strutturata un’idea di ospedale fatta su misura per le Pelagie. Uno studio che dovrebbe tenere conto dell’aumento delle presenze sull’isola nei mesi estivi, parliamo di una media di circa 250.000 turisti a stagione e dunque di un conseguente potenziamento dei servizi nei mesi estivi. In questo studio andrebbero analizzati i costi e i servizi che attualmente abbiamo per razionalizzare i servizi nell’ottica di un risparmio. Prima di tutto andrebbe preso in considerazione il servizio di elisoccorso. Capire per quali casi viene utilizzato e come potrebbero essere ridotti i voli al fine di risparmiare. Alla base Hems di Lampedusa vi è un Augusta-Westland 139 con marche I-AVCS, il cui costo per ora di volo è di circa 1.700 euro. Questo è il costo pulito (comandante, pilota e carburante) a cui si deve aggiungere, Medico Rianimatore e Infermiere di aria critica, che sono in carico all’Assessorato alla Salute. Il contratto del 29 agosto 2013 tra Regione Siciliana e Inaer S.p.a. prevedeva per tutta la Sicilia (6 basi operative), un costo di 22 milioni/anno.
Per la base di Lampedusa, l’importo contrattuale è di 259.000 euro al mese (incluso servizio antincendio). Ma non sappiamo se è stato stipulato un nuovo contratto e se il costo sia addirittura maggiore. Ribadiamo ancora una volta che il servizio di elisoccorso rimane fondamentale per le isole minori ma che è necessario razionalizzare i costi/servizi. Un’altra cosa che si dovrebbe programmare è un piano di borse di studio per gli isolani per la formazione di dottori e personale medico in base alle esigenze locali cosi da poter nell’arco di 15 anni avere sull’isola personale medico e specialistico locale. Questo oltre a migliorare i servizi creerebbe occupazione. […]
USB Sanità