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Ricerca // Università

Università e ricerca: atenei italiani sprofondano nella classifica CWUR, ma l’Unione Europea regala un miliardo di euro all’industria bellica israeliana

Roma,

La notizia del crollo delle università italiane nella classifica Global 2000 del Center for World University Rankings ha fatto scalpore: ben l’80% degli atenei del nostro Paese ha perso posizioni, un calo dovuto all’indebolimento delle cosiddette prestazioni della ricerca e causato dalle scarse risorse messe a disposizione dal Governo. Noi di USB, per quanto la classifica in sé sia ampliamente criticabile, non siamo sorpresi: la ricerca pubblica e l’università in Italia subiscono da anni attacchi, tagli e cronica mancanza di risorse che per chi lavora nel comparto significano precariato, con il rischio di migliaia di licenziamenti a fine 2025, e povertà salariale, con un rinnovo del CCNL 2022-2024 che porterà ad una riduzione del salario reale.

Ma non soltanto: la folle corsa al riarmo in cui si sta impegnando il Governo Meloni, oltre a togliere fondi e risorse vitali, vorrebbe piegare la ricerca alle politiche di guerra. Al 2022, infatti, solo l’1,3% del PIL era destinato alla ricerca pubblica. Un fenomeno che non riguarda, purtroppo, solo il nostro Paese: basta pensare alla terribile notizia diffusa da due quotidiani belgi nei giorni scorsi, secondo cui oltre un miliardo di euro di fondi destinati alla ricerca è stata destinata a progetti con partner israeliani, tra cui produttori di armi e lo stesso Ministero della Difesa.

Un altro triste capitolo della complicità e della connivenza delle istituzioni italiane ed europee con il genocidio del popolo palestinese: negli scorsi mesi la nostra organizzazione si è battuta per la fine di ogni collaborazione accademica tra atenei italiani ed israeliani, fianco a fianco con gli studenti universitari.

USB continuerà a lottare per fermare il genocidio in Palestina, per una ricerca ed una università pubbliche, libere dalle politiche di guerra e dal precariato.

Il 12 giugno si svolgeranno due assemblee per Enti di Ricerca, nella mattina, e per gli atenei, nel pomeriggio, in funzione dell’adesione allo sciopero generale il prossimo 20 giugno e per caratterizzare la partecipazione della Ricerca Pubblica alla manifestazione nazionale di sabato 21 giugno alle ore 14:00 a Piazza Vittorio, Roma.