Nonostante gli strumenti messi a disposizione dal Governo e nonostante la disposizione che vieta licenziamenti in questa fase emergenziale, la crisi pandemica sta diventando per molte realtà un'occasione di aggirare i divieti e liberarsi del personale scomodo.
Questo è ciò che sta accadendo nell'aeroporto di Fiumicino, dove Venchi S.p.a. coglie nella chiusura (peraltro, forse solo temporanea) del suo punto vendita l'occasione per attaccare 11 lavoratrici e lavoratori e smembrare un gruppo organizzato sindacalmente, trasferendoli in punti vendita diversi, tra Torino, Vicenza, Venezia, Parma e Siena.
Questi 11 lavoratori e lavoratrici erano scomodi da tempo, per anzianità di servizio e per rivendicazioni messe in campo. E non è un caso che oggetto di questi trasferimenti siano le stesse lavoratrici iscritte al sindacato che un anno fa scioperavano e manifestavano per il diritto ad avere turni programmati con congruo anticipo e non turni comunicati di settimana in settimana.
Balza agli occhi che si tratta di trasferimenti strumentali, con il chiaro intento di indurre alle dimissioni.
Infatti Venchi S.p.a. dispone di ben altri 8 punti vendita nella Regione Lazio, tra Fiumicino e Roma, eppure preferisce ricollocare questi addetti storici dello store dell'aeroporto al nord, a molti, troppi, chilometri da casa.
Lo scopo è chiaramente quello di ottenere un rifiuto del trasferimento e le dimissioni, perché appare evidente che la scelta di trasferirsi sia estremamente onerosa per questi lavoratori, ma soprattutto lavoratrici, con figli piccoli, e stipendi part-time che rendono impossibile pensare di pagare affitti e vivere in altre città.
Purtroppo come USB non è il primo caso a cui assistiamo e che denunciamo. Infatti, l'aeroporto di Fiumicino si è trasformato negli anni in un grande centro commerciale con migliaia di addetti la cui occupazione è strettamente vincolata e dipendente dalla concessione dei negozi da parte del gestore aeroportuale, Aeroporti di Roma S.p.a.
Negli anni abbiamo riscontrato una perdita costante dell’occupazione a seguito del cambio di concessione e a fronte di nuova occupazione precaria, il cui unico comun denominatore è stato sempre una quota crescente di sfruttamento e contratti progressivamente privi di tutele, nonostante i nostri instancabili richiami all'inserimento di una clausola di salvaguardia occupazionale.
Quello che sta succedendo alle lavoratrici e ai lavoratori Venchi ne è la prova e diventa un fatto gravissimo in questa fase di crisi economica e pandemica, che vede gestore aeroportuale e azienda preoccuparsi solo del profitto, in spregio degli strumenti e dei divieti imposti dal Governo.
Dentro l’aeroporto di Fiumicino ci sono oltre 40000 lavoratrici e lavoratori e il Governo deve intervenire affinché nessuno perda il posto di lavoro, nessuna azienda aggiri il divieto di licenziamento con trasferimenti strumentali, nessuno approfitti della crisi per liberarsi di lavoratori anziani o scomodi.
LE LAVORATRICI VENCHI IL 17 NOVEMBRE ALLE ORE 10 SARANNO A MONTECITORIO INSIEME AGLI ALTRI LAVORATORI AEROPORTUALI A MANIFESTARE CONTRO I TRASFERIMENTI E PER IL DIRITTO AL LAVORO.
Usb Commercio