L’incontro odierno presso il Ministero dello sviluppo economico ha dimostrato che USB ha sempre avuto ragione: definito da qualcuno addirittura preliminare, l’incontro non ha permesso in alcun modo di valutare concretamente il "piano" di Acciaierie D'Italia.
Al MISE abbiamo visto solamente un’azienda che ha posto una serie infinita di pregiudiziali e condizionalità per poter andare avanti (su un piano che si svolgerebbe in un arco temporale di 10 anni) partendo dal dissequestro degli impianti, passando per la questione energetica e finendo col porre la questione di un accordo sindacale che discuta di come gestire l'occupazione.
USB ha ribadito che l'unica discussione possibile è quella che salvaguardi il reddito e l'occupazione di tutti i lavoratori, compresi quelli di Ilva in AS, neanche menzionati, e le società in appalto che non sono più in grado di pagare gli stipendi tredicesima mensilità.
Non ci accontentiamo di favole e abbiamo ribadito che la questione doveva essere affrontata in un quadro di accordo di programma con la totale dismissione delle fonti altamente inquinanti e abbiamo espresso la necessità di un intervento legislativo straordinario per gestire il quadro reddituale e l’occupazione dentro al contesto straordinario della transizione ecologica e del rilancio industriale della siderurgia.
Il Governo si assuma le sue responsabilità e se le assuma fino in fondo.
Unione Sindacale di Base – Industria
Roma 13-12-2021