Non si è ancora raggiunta un’intesa sul lavoro agile a regime, si va verso una nuova proroga.
Secondo i dati riportati nel PIAO nel corso del 2022 solo il 12% delle ore lavorate nell’Agenzia sono state svolte a distanza. Con le proposte di contrattualizzazione dell’istituto l’Agenzia abbasserebbe ancora questa percentuale, dimostrando ancora una volta un approccio culturale ostile all’innovazione che è un evidente ostacolo al buon esito del confronto.
L’Agenzia continua infatti a presentare proposte che ricalcano la situazione attuale in salsa brunettiana e con ulteriori limitazioni, con solo 180 posizioni di telelavoro domiciliare (meno del 2% dell’organico) che potranno svolgere il lavoro a distanza in via prevalente.
È evidente che predeterminare una simile soglia mal si concilia con le previsione che il contratto pone a carico delle amministrazioni “… di facilitare l’accesso al lavoro agile ai lavoratori che si trovino in condizioni di particolare necessità, non coperte da altre misure”.
Per dare una corretta applicazione a quanto previsto dal contratto per queste categorie, anche per il lavoro agile, non solo per quello domiciliare, va superata la barriera “culturale” della prevalenza del lavoro in presenza.
USB Agenzie Fiscali