A seguito delle banali e pretestuose contestazioni e conseguenti sanzioni disciplinari inflitte a lavoratori, guarda caso iscritti e dirigenti RdB/USB, delle due aziende trasporti locali di ATM e ARFEA;
a seguito della continua sordità e indifferenza dei dirigenti delle due aziende ad un confronto sereno sulle reali problematiche aziendali quali la sicurezza dei mezzi di servizio messa in crisi da dalla mancanza manutenzione che a sua volta mette a repentaglio la sicurezza dei lavoratori e degli utenti;
La RdB/USB, per ripristinare i diritti fondamentali per i lavoratori e per la sicurezza nel servizio del trasporto pubblico locale, ha chiesto l’intervento con audizione in Consiglio Comunale per quanto riguarda ATM e, per quanto riguarda ARFEA, informato il Prefetto e la Vice Presidente della Provincia invitandoli ad esercitare un’autorevole intervento in merito.
In attesa di qualche riscontro positivo i lavoratori comunque si riuniranno in assemblea martedì 27 alle ore 21 presso la sede USB di via Piave 63/65 per decidere azioni di lotta da intraprendere a sostegno del ripristino della legalità e della democrazia nelle due aziende.
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23 luglio 2010 - Tuo News
Situazione ATM: RdB-USB chiede un'audizione
Alessandria - RdB USB ha scritto al Presidente della Prima Commissione Affari Istituzionali del Comune di Alessandria Giorgio Abonante, per chiedere un'audizione. Ecco il testo completo:
"La scrivente O.S.,informa:
di avere inoltrato innumerevoli richieste di incontro con i dirigenti aziendali al fine di affrontare diverse problematiche sentite dai lavoratori. Alle stesse reiterate richieste di incontro i dirigenti ATM hanno tenuto l'atteggiamento più offensivo che la scrivente si sarebbe aspettato, cioè non avere fornito alcun riscontro, ne positivo, tanto meno negativo;
che la sordità e l'indifferenza dei dirigenti ATM alle richieste di incontro e confronto su reali problematiche aziendali come, per esempio, la carente manutenzione e la sicurezza compromessa dei veicoli aziendali, ha indotto la scrivente ad attivare il conflitto sindacale cui ha partecipato la maggioranza dei lavoratori ATM (all'ultimo sciopero dell'11 giugno u.s. i conducenti hanno aderito all'80%);
che ultimamente si è assistito ad una acutizzazione dei rapporti tra la scrivente ed i dirigenti ATM che hanno visto un sempre maggiore coinvolgimento dei lavoratori anche in termini di iscritti, a dimostrazione di una effettiva e diffusa rappresentatività di RdB-USB tra il personale ATM;
che dall'inizio del corrente mese il Direttore Generale ATM non ha ritenuto opportuno affrontare le gravi e serie problematiche aziendali, bensì ha ritenuto necessario notificare una contestazione di infrazioni al Coordinatore aziendale RdB-USB, Iadanza Elio, in cui vengono rilevate presunte negligenze del lavoratore che avrebbero "arrecato danni all'utenza ed all'azienda stessa";
che su tale contestazione il Direttore Generale minaccia l'applicazione del punto 8 dell'articolo 45 del Regio Decreto n° 148 del 1931 che, espressamente, prevede la destituzione per "chi, dolosamente, rechi o tenti recar danno all'azienda nei contratti per lavori, provviste, accolli e vendite o in qualunque altro ramo del servizio";
che, più propriamente, le negligenze contestate, ammesso che rispondano al vero, rientrano nella applicazione dell'articolo 42 del Regio Decreto 148 del 1931, che prevede la sanzione di sospensione, al punto: 1) "per la mancanza di diligenza nel proprio ufficio quando abbiano recato danno al servizio", oppure il punto 10) "per volontario inadempimento dei doveri di ufficio o per negligenza la quale abbia apportato danno al servizio o agli interessi dell'azienda";
che l'utilizzo improprio dello strumento disciplinare del Regio Decreto da parte del Direttore Generale si presta a due interpretazioni: la prima secondo la quale il Direttore Generale dimostra di non conoscere sufficientemente la normativa disciplinare della categoria in cui presta la propria attività, oppure, la seconda interpretazione secondo la quale, nella consapevolezza di utilizzare impropriamente lo strumento disciplinare, la scelta del Direttore Generale di forzare infliggendo la massima sanzione come metodo di annientamento dell'azione sindacale dell'organizzazione RdB-USB.;
che in ATM il Direttore Generale ha instaurato un clima di "sorveglianza" particolare sull'operato di un altro nostro iscritto che hanno un ruolo di rappresentanza di organizzazione RdB-USB, anche se non riconosciuto fino ad ora, notificandogli contestazioni in maniera "aggregata" e "riepilogativa" di più giornate di lavoro. In riferimento a quanto sopra relazionato la scrivente chiede
una formale audizione per ottenere dal Direttore Generale ATM, Pierluigi Calizzano, la revoca della contestazione con minaccia di destituzione nei confronti del proprio dipendente e la rimozione di ogni altra intimidazione tesa ad impedire l'attività sindacale alla scrivente. Inoltre, a fronte della chiusura pregiudiziale degna del più retrivo fondamentalismo ideologico e della conseguente radicalizzazione del clima sindacale nei confronti di RdB-USB, voluta espressamente in sede prefettizia dal Direttore Generale ATM, Pierluigi Calizzano, pur di mantenere relazioni sindacali di "marketing" (testualmente in sede di tentativo di conciliazione prefettizia), ovverosia, mantenere il monopolio della rappresentanza sindacale delle sigle da cui i lavoratori stanno prendendo progressivamente le distanze per aderire a RdB-USB ed ai suoi scioperi, anche a costo di danneggiare i cittadini utenti per disservizi nel caso di scioperi indetti della scrivente, a fronte di ciò vi siano fondati elementi per rimettere in discussione le capacità manageriali dello stesso Direttore Generale a ripristinare e mantenere in futuro un clima di confronto e collaborazione costruttiva con tutte le rappresentanze sindacali presenti in ATM. Considerando che in futuro, nel caso in cui il Direttore Generale ATM dovesse attuare forzature e comportamenti antisindacali, ipotesi probabile data la leggerezza con cui maneggia il Regio Decreto n° 148, gli eventuali costi per iter giudiziari e risarcimenti danni alle parti lese costituirebbero costi economici accollabili, ingiustamente, al bilancio dell'Ente Comune e, quindi, gravanti sulle tasche dei contribuenti di Alessandria, come dimostra il caso attuale dell'azienda ARISTOR. "