Questa mattina l'ufficiale giudiziario, dopo aver constatato oltre una ventina di attivisti e le famiglie decisi ad impedire lo sfratto, ha deciso di prorogarlo al 22 febbraio 2010. Le famiglie e gli attivisti dello sportello per il diritto alla casa hanno annunciato un nuovo appuntamento per impedire lo sfratto quando questo diventerà esecutivo.
Oggi, 26 gennaio, il Collettivo Sottotetto si ritrova a mobilitarsi per impedire l'ennesimo sfratto: si tratta di una famiglia composta da una coppia con tre figli piccolissimi, di cui uno disabile, e la nonna. La palazzina da cui oggi questa famiglia dovrebbe essere buttata fuori è di proprietà di un'unica persona che, oltre a questi, possiede decine di altri appartamenti.
Sempre in questa palazzina altre due famiglie stanno aspettando lo sfratto per morosità ed oggi hanno deciso di partecipare all'azione di blocco coscienti del fatto che ad un problema comune la risposta deve essere collettiva.
Nel mese di dicembre 2009 abbiamo letto le dichiarazioni dell'amministrazione comunale che, per bocca dell'assessore Matteo Sassi, annunciava il blocco degli sfratti per chi abita nelle case pubbliche e, in forza di un accordo con l'associazione dei piccoli proprietari, anche per chi abita in case di privati.
Allo sportello per il diritto alla casa di via Martiri della bettola nr. 6 nell'ultimo mese sono passate diverse famiglie le cui procedure di sfratto non sono state bloccate, evidenziando così la grossa distanza che corre fra le operazioni pubblicitarie dell'amministrazione e la realtà di chi ogni giorno si trova a dover fare i conti con crisi e disoccupazione.
Abbiamo così scoperto che per sospendere lo sfratto da una casa privata serve l'accordo e l'iniziativa del proprietario il quale deve segnalare la situazione al giudice competente ed in seguito fare richiesta al comune per ottenere un rimborso che non supera i 1500 euro annui.
Ci chiediamo quanti proprietari di appartamenti siano disposti a spendersi per il blocco di uno sfratto barattando un canone medio di 6000 euro annui con un rimborso del comune di un massimo di 1500 euro. I dati raccolti finora dal nostro sportello ci dicono che la risposta è sconfortante.
Tra i tanti primati sbandierati da questa amministrazione ci sentiamo in dovere di riportarne qualcuno: nel primo mese del 2010 Reggio è la prima città in Italia per numero di sfratti in rapporto al numero degli abitanti (fonte : TG3 ) ed è anche la città dove negli ultimi 10 anni si è costruito il triplo rispetto a Bologna, lasciandoci in eredità 8000 case vuote e tanti metri quadrati di verde in meno.
Ora è normale che ci si senta presi in giro: in una città in cui si è investito su un'espansione edilizia inutile e selvaggia ci si ritrova con una parte ingente della popolazione che sta perdendo l' accesso al bene casa e che si ritroverà di conseguenza a perdere, insieme all'abitazione e alla residenza , anche i diritti di cittadinanza (accesso ai servizi sociali, medico di famiglia, rinnovo del permesso di soggiorno se cittadini migranti...)
Quello che chiediamo è che prefetto e sindaco smettano di usare i poteri loro conferiti per emettere ordinanze assurde come il divieto di manifestare o di fare l'elemosina e che comincino ad usarli per le cose che veramente servono in questo momento: bloccare REALMENTE gli sfratti, requisire le migliaia di case sfitte (chiaramente solo quelle dei multiproprietari) presenti in città ed usarle per far fronte all'emergenza abitativa.
Collettivo sottotetto Reggio Emilia