C’è un nuovo, forte e pressante interrogativo che i Vigili del Fuoco pongono alla Protezione Civile, alla luce del servizio della Tgr Abruzzo sulla tragedia di Rigopiano, andato in onda lunedì 12 febbraio. Rispondendo per iscritto a Ezio Cerasi, il giornalista autore del servizio, la Protezione Civile nazionale afferma che la possibilità di impiegare gli elicotteri nelle drammatiche ore dopo la valanga costata 29 vite “fu valutata tenendo in considerazione le complesse condizioni meteo”.
Come coordinamento nazionale Vigili del Fuoco intendiamo sapere, dal momento che nessun elicottero intervenne, se la decisione di non chiamare in causa gli elicotteri attrezzati per la Sar notturna fu frutto di una valutazione interna tutta a tavolino, come crediamo, oppure il frutto di una serie di contatti tra Protezione Civile e il Centro Operativo Interforze che coordina Aeronautica Militare, Marina Militare e Guardia Costiera, con conseguente rifiuto di intervento. Ipotesi quest’ultima poco credibile, dal momento che esiste obbligo di risposta a ogni appello Sar, pur in assenza dei necessari protocolli.
Sarebbe gravissimo se la decisione di non far intervenire gli HH101 attrezzati per operare fino a 45 gradi sotto zero fosse stata presa a tavolino, magari davanti a una tazza di caffè bollente, nelle stesse ore in cui 28 vite si andavano spegnendo seppellite dalla coltre di neve e ghiaccio.
È noto infatti che tutte le vittime di Rigopiano meno una, come certificato dalle autopsie, sono morte tra le 16,50, ora della valanga, e le 24 dello stesso giorno. Sette ore durante le quali l’intervento degli elicotteri sarebbe stato determinante. Intervento che purtroppo nessuno ha pensato di attivare.