21 luglio 2010 - L'Unione Sarda
La protesta arriva sotto il palazzo della Regione. Il 31 dicembre scadono i contratti dei lavoratoriCsl-Cesil, in piazza la rabbia di 400 precaridi Carla Etzo
Sono circa 400, quasi tutti giovani, laureati in psicologia, pedagogia, giurisprudenza, economia. Il loro mestiere è aiutare gli altri a destreggiarsi nel sempre più complesso mercato del lavoro. Ma ora è proprio il loro lavoro a rischio. Per questo ieri hanno manifestato davanti al palazzo della Giunta regionale. Con i rappresentati sindacali di base (Rdb e Usb) c'era un gruppo di operatori dei Centri servizi per il lavoro (Csl) e dei Centri servizi per l'inserimento lavorativo (Cesil) assunti con contratti a termine o co.co.co. finora rinnovati nel tempo, con un'ultima scadenza: quella del 31 dicembre 2010.
L'INTESA Un accordo sindacale firmato lo scorso 4 giugno tra le sigle confederali di Cgil, Cisl e Uil e la Giunta regionale complicherebbe le cose: l'intesa infatti dà il via libera alla costituzione di una società "in house" destinata alla gestione dei servizi per l'impiego dentro la quale dovrebbe confluire il personale delle agenzie Insar, Bic e Sviluppo Italia Sardegna, nate per favorire impresa e occupazione nell'Isola. «L'accordo prevede una tipologia di figure professionali con funzioni simili ai profili dei lavoratori già impiegati nei Csl e nei Cesil», chiariscono i manifestanti, «ci chiediamo che prospettive ci siano per noi, per il potenziamento dei servizi per il lavoro, e se questo non sia l'ennesimo sperpero di denari pubblici e di gestione clientelare dell'occupazione».
I FONDI Nati con i finanziamenti del Fondo sociale europeo, i Cesil (dedicati all'inserimento di persone svantaggiate) e Csl (che sostituiscono i vecchi uffici di collocamento) mirano a superare le politiche passive in materia di lavoro fornendo strumenti per rendere i cittadini soggetti attivi nella ricerca di un impiego: orientamento, incontro domanda-offerta, sostegno all'autoimpiego, inserimento di disabili, donne e stranieri, ma anche gestione di mobilità e cassa integrazione. «Si tratta di un patrimonio di esperienza che rischia di essere disperso», ha detto Antonio Satta, coordinatore sindacale sostenuto dai colleghi che denunciano la mancanza di un'adeguata programmazione regionale. I lavoratori ricordano le due Finanziarie regionali, quella del 2008 e quella del 2009, con le quali entrambi gli schieramenti politici avevano annunciato la stabilizzazione. La questione sarà affrontata questo pomeriggio: l'assessore regionale al Lavoro incontrerà i rappresentanti delle Province e i sindacati confederali.
21 luglio 2010 - La Nuova Sardegna
CENTRI DI LAVORO
«Serviamo migliaia di disoccupati»
CAGLIARI - Rappresentanti di Rdb/Usb dei lavoratori precari di Csl (Centri servizi per il lavoro) e Cesil (Centri servizi per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati) siederanno oggi alle 16 al tavolo tecnico convocato all’assessorato regionale al Lavoro sulla vertenza che riguarda 350 laureati fra dipendenti a tempo determinato e collaboratori impiegati negli 81 sportelli della Sardegna (28 Csl e 81 Cesil). «All’incontro di oggi partecipano presidenti e assessori al Lavoro delle otto Province, da cui dipendono i Csl, oltre a rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil», ha riferito il portavoce Antonio Satta, impiegato in uno Csl della Gallura. «Volevamo essere presenti anche noi, visto che rappresentiamo il 10% di tutti i lavoratori dei Csl e Cesil», i centri sorti dopo la riforma che ha sostituito gli uffici di collocamento con i centri per l’impiego che poi la Regione ha trasformato in Centri servizi per il lavoro durante la scorsa legislatura. Da anni 350 operatori assunti con selezione per titoli ed esami con contratti a tempo determinato o di collaborazione, lavorano di proroga in proroga: l’ultima scadenza è prevista per il 31 dicembre prossimo e ora chiedono di essere stabilizzati. «Il timore», sostengono le Rsb/Usb, «è che questa lenta e lunga attesa, costellata di promesse di stabilizzazione e rassicurazioni di ogni genere, possa risolversi nella risoluzione del contratto di lavoro. Non veniamo menzionati neppure nell’accordo quadro firmato il 4 giugno scorso da Cgil, Cisl e Uil e giunta regionale, in cui si parla solo della creazione di un’agenzia in house per il reimpiego, l’autoimpiego e lo scouting attraverso le figure professionali di Insar, Sviluppo Italia Sardegna ed eventualmente Bic Sardegna. Come se noi non esistessimo. Ma solo a Olbia-Tempio - ha riferito Satta - nel 2009 si sono rivolti a sportelli Csl circa 30 mila persone».