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Notizie dal territorio

Dati del censimento 2011 - Fuga da Cagliari - la città perde 13.000 abitanti

Cagliari,

Cresce l’esodo da Cagliari della popolazione: 12.858 abitanti in meno; diminuiscono i giovani presenti in città e aumentano gli anziani; la disoccupazione è al 17,4%. Proposte Usb per frenare l’esodo e creare lavoro.

 

 

Il Comune di Cagliari, ha effettuato   in maniera autonoma, il caricamento dei dati del censimento 2011, in modo da poter diffondere ed utilizzare, per la prima volta, con notevole anticipo, i dati elaborati, senza dover attendere quelli definitivi da parte dell’ISTAT.

 

I dati, pubblicati, andranno ora sottoposti ai necessari controlli di congruità da parte dell’ISTAT e sono, pertanto, da considerare provvisori e suscettibili, quindi, di differenze rispetto a quelli definitivi.

 

Auspichiamo che il comune di Cagliari utilizzi le risultanze delle tendenze dei dati elaborati per interventi di politiche sociali e lavorative che pongano fine ad alcune situazioni quali il depauperamento sociale della città.

 

Abbiamo voluto analizzare le tabelle e vedere cosa contengono.

 

Rispetto al censimento del 2001, Cagliari  ha registrato una diminuzione della popolazione dell'8,85%, con 12.858 abitanti in meno. La popolazione presente a Cagliari nel 2011 era di 150.891, nel 1991 erano presenti 183.659 e nella rilevazione del 2001 erano 164.249. Lo spopolamento ha riguardato quasi tutti i quartieri cittadini, con punte molto elevate nei quartieri popolari di Borgo S.Elia -19,43%, Mulinu Becciu -18,03 %, Is Mirrionis -17.98%, Cep -17.67%, Sant’Avendrace-Santa Gilla – 11,19% colpendo anche quartiere del ceto medio  come La Vega -11,61%, Fonsarda -12,60%, Genneruxi -10,15%, Quartiere del Sole -9,94%. Gli unici quartieri che hanno avuto un incremento sono Marina +1,31%, Barracca Manna +6,97%, Monreale +0,91% mentre per Is Campus- Is Corrias abbiamo un aumento più consistente + 28,74%, dettata da un riversamento da altri quartieri. Mentre per Marina la crescita è dovuta alla presenza di immigrati. 

 

 

Cagliari diventa una città sempre più cara, e la crisi del lavoro e il caro casa allontanano sempre di più la gente da Cagliari verso i paesi dell’hinterland. E’ una città non vitale, che non offre prospettive di futuro.

 

Se analizziamo il trend di inurbamento, il trend è in discesa continua. E’ una città che sta invecchiando: il confronto 2001-2011 dimostra una diminuzione delle classi di popolazione che vanno da 0 a 44 anni (con punte di -44,76% della classe 25-29, -33,66 della classe 30-34, -33,50 % della classe 20-24, -28,23% della classe 15-19, e -20,65% della classe 10-14. Le classi che vanno dai 45 ai 75 e più anni sono per lo più in aumento, con punte del 14,68% della classe 70-74 e 35,86% della classe 75 e più. Gli over erano 13 mila del 2001 oggi sono circa 18 mila.

 

I giovani di entrambi i sessi compresi nella fascia di età tra i 25 ed i 29 anni  diminuiscono  del 45% in dieci anni, segnale della difficoltà di inserimento in una realtà asfittica dal punto di vista lavorativo, con probabile migrazione verso  l’area vasta di Cagliari, con una mancanza di attrattiva della città per i giovani laureati e non, che hanno scelto quindi di migrare o tornare al paese di origine.

 

L’età media dei censiti è di 47,31:  i quartieri ”più giovani” sono Is Campus-Is Corrias (39,97), Barracca Manna (40,88),  Borgo Sant’Elia (40,65) , Nuovo Borgo Sant’Elia (41,08) , Monreale (42,45), Poetto- Medau–Su Cramu (42,80), i più “anziani” Fonsarda 50,86, Sant’Alenixedda 50,50, Cep 51,04, Monte Mixi 50,17.Il 97% dei censiti sono italiani (145.084), e solo il restante 3% è rappresentato da stranieri.

 

 

La media dei componenti per famiglia è del 2,22, delineando una città con piccoli nuclei familiari (il totale dei nuclei è 68.074). Di questi 25.098 sono composte da una sola persona, 18.641  da  coppie, 12.904 da tre persone, 12.904 da quattro persone.  

 

I dati sul lavoro rilevano che a Cagliari vi sono più di 12.093 persone  su una forza lavoro di 69.311 in cerca di occupazione, con un tasso di disoccupazione del 17,4 %, inferiore di 2 punti rispetto a quello del 2001, di cui 3.519 in cerca di prima occupazione, e i restanti 8.574 in cerca di un nuovo lavoro. Il dato della diminuzione nominale della disoccupazione ottenuta raffrontando il 2001-2011 crediamo che possa essere imputato all’invecchiamento della popolazione, oltre al fatto che molta gente rinuncia ad iscriversi alle liste per sfiducia.

 

Tra i giovani, la disoccupazione è altissima:  tra i 15 e i 19 anni, si attesta al 70,9%, tra i 20 e i 24 anni è al 51,4%, mentre tra i 25-29, la percentuale è al 33%,  dai 30 ai 34 al 23,1% e quella successiva (35-39) al 18,5. Nei quartieri popolari Nuovo Borgo Sant’Elia e Sant’Elia la disoccupazione femminile al 36,60% e 35,12 % , al Cep è del  30,53 %, a San Michele e Mulino Becciu e si attesta rispettivamente al 27,3% e 25,4%. La media cittadina è del 17,39 %.  La situazione migliora pur restando molto alta nel Quartiere del Sole (9,9%), nel Quartiere Europeo (10,1%), nella zona di Monreale (10,5%), a Monte Urpinu (11,1%).

La media cittadina della disoccupazione maschile è del 17,50%, con picchi del 38,27% al Nuovo Borgo Sant’Elia, 32,30 % al Cep, 28,46 % a San Michele, 28,06 %  a Borgo Sant’Elia e 26,13 % a Mulinu Becciu. Infine interessante è anche il dato sulle “non forze lavoro” composta da 66.585 individui, di cui 32.093 percettori di pensione, 10.437 studenti, 14.858 casalinghi/e e 9.197 in altra condizione.

    

Da una attenta lettura, si conferma che la crisi attraversa in pieno il territorio di Cagliari, essendo una economia legata per lo più al terziario che in questi anni è stato devastato dai continui tagli e mancato rinnovo del turn-over nel pubblico impiego, e non esistendo a Cagliari attività alternative, quali quelle agricole e pastorali, ed essendo l’artigianato quasi del tutto assente, mentre il turismo non è giunto al punto da supplire le carenze occupazionali presenti in altri settori. La pesca è a livello amatoriale e non industriale, e l’edilizia risente di una forte crisi che attraversa tutto il settore.

 

  

Gli stranieri presenti sono risultati 4.591, ripartiti in 2.252 provenienti dall’Asia, 725 dalla Comunità europea e  933 da altri paesi europei e 406 dall’Africa. La media di età della popolazione asiatica vede una maggioranza tra le fasce comprese tra 25 e 44 anni, quella dei cittadini Ue tra i 30 e i 39 anni, mentre quella dell’Europa non UE vede una grossa fetta tra   45 e i 64 anni, probabilmente allocato nel lavoro di badante e lavoro domestico. La popolazione straniera aumenta in alcuni quartieri:  Villanova +10,60 %, Marina, +11,76%, Stampace +8,22%, Castello +4,15% , Sant’Alenixedda +4,18%.

Il 72,52%  dei censiti vive in casa di proprietà, il 19,16% in casa  in affitto, e l’8,32% ad altro titolo. Inoltre  il 19,16% in casa  in affitto, e l’8,32% ad altro titolo. Inoltre  i cagliaritani vivono in 65.717 abitazioni, 165 in baracca, roulotte, camper, e 145 presso struttura collettiva (hotel, casa di riposo). 1806 case sono occupate da due o più famiglie in coabitazione, mentre circa il 20% delle abitazioni risultano avere a disposizione una superficie inferiore a 69 metri quadri. Nei quartieri Borgo Sant’Elia e Nuovo Borgo Sant’Elia gli affittuari sono l’81,43% e 74,80%, al Cep 41,31% , a San Michele 38,59 %, a Mulinu Becciu il 28,65%, delineando in questi quartieri, la forte presenza di alloggi popolari; va precisato che la percentuale degli affittuari è in calo rispetto al 2001, controbilanciata da acquisto di case di edilizia popolare nel quartiere San Michele e Borgo Sant’Elia, mentre negli latri il calo è consistente.  

 

    

Usb chiede che le politiche liberistiche di questi anni vengano a cessare e che si dia corso a politiche di difesa degli interessi popolari e dei giovani.

 

Si devono creare prospettive di lavoro in città, la città ha veramente necessità di cambiamenti.

 

La città non ha bisogno solo del salotto bello della città,   il centro cittadino, ma è necessario fare politiche che intervengano sui quartieri popolari, dove vivono i cagliaritani, e dove c’è necessità di molte cose. Essi devono essere decorosi, con spazi verdi e spazi culturali. La “cultura del cemento” deve essere messa da parte, essendo considerata sinora  come punto centrale di sviluppo; si tenga conto invece delle tradizioni, del recupero dei lavori antichi, sia dia spazio alle botteghe artigianali, ad un modello di sviluppo che tenga conto degli interessi delle famiglie, e non dei grandi centri commerciali, dei potentati economici.

 

E’ necessario uscire dalla gestione del quotidiano, che è importante, e iniziare ad immaginare la Cagliari del domani, del futuro, su cui lavorare con dei progetti importanti.

 

Va riconosciuto il lavoro come strumento di  realizzazione delle aspirazioni dell’individuo ed in particolar modo dei giovani. Da decenni, nell’isola è in atto un processo di spopolamento dei paesi e dalle città legato all’esodo di giovani costretti per mancanza di lavoro ad emigrare al Nord o all’estero.

 

Occorre ricercare e creare delle condizioni volte a migliorare le condizioni socio-economiche, in modo da frenare questa tendenza all’esodo.

 

Le azioni dovranno puntare, a nostro avviso, soprattutto su:

- Risorse ambientali, paesaggistiche e culturali già proprie del mare.
Vanno messe in atto azioni mirate, in grado di invertire o quantomeno ridurre la tendenza all’esodo. (Per es. rilancio delle cooperative esistenti e creazione di nuove per rendere fruibili le nostre ricchezze).   
 

 

 

- Sviluppo della viabilità e delle reti tecnologiche, e inoltre diffusione di centri scolastici/formativi  dove i giovani possano apprendere l’arte di un mestiere da praticare poi in età adulta sul territorio.

 

- Un ruolo importantissimo nel processo di sviluppo, assume  il Turismo che deve essere incrementato in maniera equilibrata, evitando di importare  modelli già adottati in aree diverse che potrebbero rivelarsi nel tempo dannosi e non razionali.

 

- La valorizzazione e il rilancio delle risorse agricole, forestali e della pesca, dei prodotti tipici della terra, delle valenze naturali, dell’artigianato locale.

 

- Investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili, con impianti nelle scuole e negli edifici pubblici (riduzione dei costi di alcuni servizi e dei carburanti), recupero del patrimonio edilizio esistente. Il Piano energia dovrà prevedere lo sfruttamento delle fonti energetiche alternative ( fotovoltaico - solare termico – geotermico) sia per gli edifici pubblici sia per quelli privati, con pieno utilizzo dei relativi incentivi economici, anche attraverso la ricerca di forme di finanziamento agevolate per i cittadini interessati.

 

  

Altre proposte per dare sviluppo al territorio sono:

 

- recupero e riordino del Poetto;

 

- potenziamento dei mezzi pubblici di trasporto, con miglioramento e regolamentazione del traffico locale, che ponga il servizio pubblico di trasporto alla pari di quello privato, con un aumento delle corsie preferenziali e zone a traffico limitato affinchè il cittadino possa preferire il servizio di trasporto pubblico a quello privato:

 

- miglioramento del traffico locale, con svincoli e ponti sulla 554;   creazione di metropolitane leggere che colleghino i paesi limitrofi alla periferia della città; creazione di piste ciclabili;- incrementare il turismo naturalistico intorno alle aree umide, e in specifico attorno al  Parco Naturale Regionale Molentargius Saline ;

 

 

-riattivazione delle saline, con recupero delle vasche di evaporazione: ciò consentirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro. Le saline sono state operative per venti secoli,  hanno dato ricchezza e sviluppo a Cagliari e al suo territorio. Crediamo vadano recuperate.- costituzione di un parco Tuvixeddu-Tuvimannu,  con salvaguardia dell’Anfiteatro di Cagliari e di tutto il patrimonio culturale cittadino.- concessione di licenze per costruzione di luoghi di culto e socializzazione per cittadini stranieri;

 

 

- progetti di edilizia popolare, con recupero di antiche abitazioni anche nel centro cittadino.

 

- inclusione nella vita sociale anche delle comunità minori (rom, sinti) mediante progetti di edilizia abitativa.

 

- approvazione di un regolamento di Bioarchitettura e Risparmio energetico per incentivare l’adozione di tecniche costruttive in bioedilizia e impiantistiche atte a favorire il risparmio energetico.

 

- realizzazione di un piano di Accessibilità del Territorio con totale abbattimento delle barriere architettoniche, a partire dal centro storico e quindi dal Palazzo Comunale e dagli edifici di proprietà dell’Amministrazione. Tutti gli uffici pubblici dovrebbero essere accessibili alle persone diversamente abili ed anche agli anziani con difficoltà motorie.

 

-  completare la stabilizzazione di tutti gli operatori precari che lavorano per il Comune di Cagliari.