L’incontro odierno con Ilva in Amministrazione Straordinaria ci ha permesso prima di tutto di avere un aggiornamento circa lo stato dell’arte su quanto previsto nell’accordo ministeriale.
Sono stati illustrati i dati relativi ai lavoratori che hanno lavorato alle bonifiche, sono 180. A questo proposito, abbiamo chiesto quanto lavoro ancora c’è da fare e abbiamo avuto modo di sapere che ci sarà un tavolo tecnico.
Altro dato: su un totale di 1.500 lavoratori ormai del tutto fuori dalla fabbrica perché hanno accettato l’incentivo all’esodo, 1.100 appartengono al sito tarantino. Abbiamo raccolto la disponibilità dei commissari a discutere per il 2024 di un nuovo incentivo all’esodo. Noi abbiamo sottolineato l’esigenza di irrobustirlo, ma anche quella di fare in modo che non trascorra tanto tempo prima della riscossione.
Rispetto all’accordo siglato nel settembre del 2018 intanto, ci sono ancora 72 lavoratori che Acciaierie d’Italia avrebbe dovuto assumere, ma non ha ancora provveduto a farlo.
Da ultimo, abbiamo sentito l’esigenza di ribadire che va modificata la norma che definisce il calcolo dell’integrazione salariale, in quanto al momento la somma che i lavoratori percepiscono è ridotta al minimo.
Per quel che riguarda le rassicurazioni date oggi, in base alle quali per i commissari l’accordo del 2018 è valido, non abbiamo dubbi; quello che non ci lascia affatto tranquilli invece è dato dalla modifica fatta il 4 marzo scorso e dall’interpretazione che dà Adi al reintegro degli ex Ilva in As e agli eventuali esuberi.
Coordinamento nazionale USB Acciaierie d’Italia e Ilva in As